Pistouvi

by Angelo Orlando Meloni

Raramente capita di leggere un fumetto così. Pistouvi di Merwan Chaban e Bertrand Gatignol, pubblicato da Tunué, è un graphic novel diviso per quadri onirico-bucolici, piccole unità narrative che si giustappongono aggiungendo ognuna un pezzo del puzzle e che ho letto con inconsueto gasamento fino alla fine. Mi sbilancio? Ebbene sì, mi sbilancio, conteniamo moltitudini di fumetti, ma quando ci vuole ci vuole. Pistouvi colpisce subito per i meravigliosi disegni in bianco e nero, che non perdono un colpo dalla prima all’ultima pagina e che da soli ne giustificherebbero l’acquisto. Ed è un’opera che va giù impapalpabile ma con un suo sottile quanto irresistibile magnetismo fino alla fine, fino all’ultima pagina e poi chissà, fino a ogni eventuale continuazione gli autori volessero trarne. Leggerlo è stato come fare il bagno in una nuvola, come la cosa più svenevole che vi possa venire in mente, ma senza vergogna o imbarazzo. Come il ricordo dell’infanzia perduta: struggente. E mi riferisco in particolare a chi ha avuto la fortuna di passarla in campagna, la benedetta infanzia, come i protagonisti di questo strepitoso fumetto: Jeanne, una bambina, e Pistouvi, la volpe amica di Jeanne. I nostri vivono nella casetta sull’albero, con loro ci sono la donna del vento, un rude, gigantesco fattore, e gli uccelli, che i due temono. Tutt’intorno a loro la natura, la società degli uomini sembra lontanissima, il mondo è magico. Pistouvi è un’opera avventuroso-allegorico che corre il rischio di non essere né fantasy né pesce proprio a causa dell’eccesso allegorico, ma vince la sfida con decisione e si candida come una delle migliori letture che possiate fare in quesi mesi. Per bambini e bambini cresciuti, Pistouvi è sogno e disegno. L’ennesima prova delle infinite potenzialità espressive delle nuvole disegnate.

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