Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non.Fumetti Manuele Fior – L’ora dei miraggi – Oblomov

Manuele Fior – L’ora dei miraggi – Oblomov

by Gianluigi Bodi
L'ora dei miraggi, Manuele Fior, Oblomov

Una casa editrice si deve giudicare da quello che pubblica. Pare un ragionamento scontato, ma molto spesso non lo è. Chi vogliamo essere? Che messaggio vogliamo trasmettere? E sprattutto, qual é l’anima della nostra casa editrice?
Oblomov è nata da poco. Io non conosco le persone coinvolte in questa impresa (definisco impresa ogni tentativo di creare dal nulla una casa editrice) anche se ovviamente conosco di fama Igort e so che Oblomov è imparentata con La Nave di Teseo. Non conosco gli attori, ma immagino che ad un certo punto Igort si sia chiesto: cosa voglio che sia Oblomov.

La graphic novel in Italia sta prendendo piede. Ci sono librerie con sezioni dedicate e se guardate la vostra bacheca su Facebook almeno un paio dei vostri amici ne sta leggendo una e la sta definendo un capolavoro. Oblomov entra in questo settore e ci entra alla grande. Ho già avuto modo di leggere alcuni dei primi titoli con i quali hanno esordito, ma oggi vorrei  parlare di qualcosa di particolare. Qualcosa che non è una graphic novel.

“L’ora dei miraggi” di Manuele Fior non ha una trama, non ha dei dialoghi serrati e dei personaggi ai quali affezionarsi fino alle lacrime. “L’ora dei miraggi”, nelle vostre librerie, dovrebbe avere un posto a parte. Una nicchia dedicata ai testi sull’arte.
Questo volume racconta quindi anni di carriera di Manuele Fior. Fior è un artista che padroneggia con maestria molti linguaggi visivi e sfogliando il volume ve ne accorgerete. Dall’acrilico al carboncino, dalla tempera all’olio. Non c’è tecnica o materia che lui non abbia esplorato e in cui lui non abbia messo la propria anima.
“L’ora dei miraggi” è un diario di viaggio, le poche didascalie presenti nel volume ci restituiscono la voce di Fior in maniera limpida e a volte distaccata. Sembra quasi dire: faccio quello che faccio perché non c’è altro che avrei potuto fare. Questo sono io. Sono io in ogni immagine.
E allora, mentre ieri sera sfogliavo le pagine e mi soffermavo sui disegni che uno a uno mi si presentavano davanti, mi sono ricordato di quando a casa dei miei genitori mi buttavo sul letto con i volumi della Skira.
C’è quindi un po’ di tutto ne “L’ora dei miraggi”, diario, reportage, l’autobiografia di un lavoro, il piacere del disegno, le tappe di un destino segnato, le visioni del mondo che si intrecciano. Sono pagine da gustare senza frenesia.
E mentre ve le gustate con calma scoprirete che negli ultimi quindici anni Manuele Fior vi ha fatto compagnia e che magari non ve n’eravate accorti.

Cosa vuole essere Oblomov lo vedremo tra un po’. Però mi è chiaro fin d’ora che uno dei loro interessi è quello di battere sul tasto dell’arte e far conoscere l’artista oltre che la sua opera.


Manuele Fior è nato a Cesena nel 1975, ha vissuto a Venezia, a Berlino, a Oslo, ora risiede a Parigi. Artista di respiro internazionale è uno dei disegnatori più apprezzati in Italia e all’estero. Collabora con The New Yorker, Le Monde, Vanity Fair, a quotidiani come La Repubblica e Il Sole 24 Ore. Con il graphic novel Cinquanta chilometri al secondo ha vinto il Premio Fauve d’or come Miglior Album al festival Internazionale di Angoulême 2011.

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