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Paolo Scardanelli – L’accordo – Un posto sicuro – Recensione di Claudio Della Pietà

by Claudio Della Pietà

“Sentii l’impellente bisogno di scrivere, quasi invasato, urgente; chiesi carta e penna all’hostess e cominciai a scrivere. Di te, di me; era la prima stesura dell’Accordo; quella che ancora adesso, ventisei anni dopo, rimaneggio.”

L’impellente bisogno di scrivere è l’effetto reale che produce la lettura di pagine come quelle del nuovo libro di cui sto per raccontare. Il libro è il quarto volume dell’opera L’accordo, precisamente “L’accordo – Un posto sicuro”  scritto  da Paolo Scardanelli e in corso di pubblicazione dalla splendida Carbonio Editore.

Certo, per un comune lettore quale sono, l’impellente bisogno di scrivere, si scontra con la invincibile soggezione di fronte alla scrittura sublime di questo autore, perciò, prima di scrivere queste righe, sono andato a rileggere le altre mie recensioni di libri dello stesso autore che ho letto e amato moltissimo, per evitare di ripetermi nelle considerazioni, di essere banale. Sarà molto difficile farlo, perché Paolo, che ancora non ho conosciuto di persona, e mi dispiace moltissimo, è a mio parere un fenomeno di coerenza letteraria, un musicista letterario che realizza e diffonde il miglior jazz, che non dimentica nulla per strada, un contadino meticoloso che vanga con regole precise, che semina sempre e ovunque trova terreno buono e poi ripassa e raccoglie frutti certi, anche aspri, drammaticamente veri, difficili da digerire. 

Le donne e gli uomini di questa storia che dura da molto tempo sono ancora tutti lì, e ognuno, a partire dal narratore e protagonista assoluto degli eventi, Paolo, perpetuano i loro interrogativi esistenziali che ognuno di noi ha dentro ma ha paura di esternare, o non sa con chi farlo, o come farlo. La ricerca di “Un posto sicuro” è metafora sostanziale di tutto il percorso fatto insieme ai componenti di questa “banda” di personaggi, che si andrà a concretizzare con questo specifico romanzo in una realtà fisica ben precisa, una villa meravigliosa, ma “Un posto sicuro”, senza fare spoiler alcuno, è davvero, cari amici che leggete, tutt’altra cosa, tutt’altro mondo, tutt’altro essere.

“…la malattia che davvero ci affligge l’anima è di essere dei lacchè del dovere a onta di esprimere ciò che davvero siamo: pura letale vitalità.”

Bruno, figlio di Anna, sposato e con prole, deve spostarsi dal luogo all’estero in cui si trova, e cercare rifugio in un posto sicuro. Come sempre Anna cerca a sua volta un aiuto certo in Paolo, che si attiva, gira in lungo e in largo per risolvere la situazione come più volte ha fatto. Questo è un estratto liofilizzato della trama, ma le oltre trecento pagine del romanzo sono una mappa psicologica dei singoli personaggi, ognuno dei quali viene aperto come in un esame autoptico per guardarlo dentro, per guardarlo più da vicino, per cogliere il suo essere più profondo alla ricerca del nostro essere. Mai come questo in questo romanzo si palesa la potenza della letteratura come strumento potenzialmente utile alla ricerca di se stessi, del nostro essere più vero e profondo.

“La ricerca della verità c’appassiona più di quanto possiamo immaginare: comincia con un’occasione e diventa un’ossessione.”

Insomma, Paolo Scardanelli, io non so se abbia trovato la sua verità, sarebbe bello chiederglielo, ma presuntuosamente azzardo l’idea che sia ancora in viaggio, e per questo ci regalerà altri preziosi scritti, ma ribadisco ove l’abbia già detto che sono ammirato dalla sua scrittura, dalla capacità di creare una trama che contiene, come una grande rete da pesca, infiniti tipi di pesci, e di ognuno Paolo ci spiega e ci motiva l’essenza, e quanto possa interessare la vita di ciascuno di noi, o  addirittura offrirci spunti e possibilità di condivisione, ed interazione.

C’è una sola cosa che mi dispiace. Che di questo libro, come degli altri tre volumi, si legga troppo poco su carta e sul web. L’avrò sicuramente già detto, ma mi ripeto volentieri. Tutto questo farà parte dei problemi generali dell’editoria, dei libri che stanno su scaffali e giornali e siti web per quindici giorni etc. etc. Ma io lo dico ugualmente. Leggete “L’accordo”, leggete i libri di Paolo Scardanelli, perché dentro, c’è molto di utile e importante. 

Claudio Della Pietà

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