Sia chiaro fin da subito, questa non è una lista. Per tanti motivi. Il primo è questo.
Un lettore malato, grave, come coloro che impunemente contribuiscono a non lasciare mai senza libri Senzaudio, e coloro che si fanno contagiare leggendo e diffondendo a loro volta Senzaudio, tutti questi appestati possono vivere anche senza liste. Vanno, leggono, e basta. Dove? Al mercatino rionale, in un negozio dell’usato, alla fiera dell’est, in un bar o in una osteria (che ormai anche li si trovano libri, quasi più che vino), e poi nelle librerie, accuratamente selezionate, e soprattutto sconosciute. In questi posti, il lettore di Senzaudio va a fare la spesa, e compera a etti, a Kg, a borse (“mi da un sacchetto per favore ? un baule non ce l’ha?”). E ci va appunto senza alcuna lista, ma con la testa piena di titoli, immagini, mezze frasi, scene apocalittiche, città distopiche, fatti, zombi, donne e uomini, cose su cose, stupidaggini, schiaffi, link, un sacco di link, anzi no, un baule a forma di smartphone.
Ripeto quindi, questa non è una lista. E’ una biopsia dei nostri cervelli matti, dal cui esito, ricevuto ieri da una osteria veneziana (non vi diremo mai quale), è emerso che, privarsi di questi sei gradi (link) di separazione che stiamo per indicarvi, potrebbe nuocere gravemente al mantenimento in salute della materia grigia, continuando invece a nutrirla solo di frutta e verdura, ma non di cultura.
Io, da anni, sono costretto ad una manutenzione costante delle mie sinapsi con queste strane medicine, strane ma efficaci, che non trovate nelle omeopatiche liste di libri da regalare a Natale, proposte anche dal venditore di caldarroste in Piazza Duomo.
I RAGAZZI SELVAGGI – William S. Burroughs
” …è impressionante come questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1971, riletto oggi, può spaventare il lettore grazie a una forza profetica impressionante. Probabilmente non era intenzione di Burroughs quella di terrorizzare le generazioni future, anzi. La sua era più che altro una speranza. Il sogno cinico di una società, quella della sua epoca, che si autodistruggesse per mano dei suoi giovani, specie aliena all’interno di un’umanità bigotta, ormai allo stremo delle forze, che tenta di appiattire le vite umane rendendole uguali tra di loro. ”
LA SCIMMIA DI HARTLEPOOL (testi diWilfrid Lupano, disegni di Jérémie Moreau “Morrow”)
“…I fumetti sono tombe scoperchiate, mani ossute che mi tirano giù e mi trasportano in un altro mondo. Roba che dà i bridivi. E La scimmia di Hartlepool ne è l’ennesima conferma. …Una storia che lascia sgomenti per la scempiaggine e per il gratuito orrore che ne traboccano, che si legge alla velocità della luce godendo dei disegni di Jérémie Moreau “Morrow” e che nemmeno una sceneggiatura affetta dalla sindrome di Forrest Gump o la dotta postfazione riescono a scalfire.”
IL LADRO DI VOCI – Jacob Rubin
Viene da chiedersi come sia venuto in mente a Jacob Rubin di imbarcarsi in questa avventura. Scrivere una storia su qualcosa che è profondamente visivo, qualcosa di immediato per lo sguardo come lo è l’imitazione su un palco. La cosa spettacolare è che nononstante non ci sia concesso il privilegio di “sentire” Giovanni Bernini” è come se il suo talento ci arrivasse puro e cristallino. Merito della scrittura di Rubin, una scrittura di altissima qualità.
IL KARMA DEL PINOLO – Luigi Cecchi
Guardare la realtà (qualsiasi cosa intendiate voi per realtà) è un passatempo divertente. Per uno che legge un modo per osservare la realtà è quello di vederla attraverso gli occhi degli scrittori. Affrontare la loro scrittura come fosse uno studio antropologico. Per uno che legge molto, alla lunga, i pattern si ripropongono costanti. Si rischia la noia, il processo di studio diventa monotono, gli elementi chiave si ripetono ciclicamente. Poi capita che, ogni tanto, qualche scrittore ti fornisca un diversivo. Un modo nuovo di vedere le stesse cose o, anche meglio, uno sguardo diverso su cose diverse.
SUL SOFFITTO – Eric Chevillard
“Sul soffitto” è di gran lunga il libro più assurdo che abbia letto negli ultimi anni. A memoria non riesco a trovarne uno a cui poterlo paragonare. Éric Chevillard
fa una cosa per cui lo ringrazierò sempre. Mi ha fatto leggere un libro che mi ha regalato la sensazione costante di non capire. E mi è piaciuto. Il libro è un torrente in piena in cui sono affogato una pagina sì e una pure. Non appena avevo la sensazione di aver ripreso in mano la situazione e con la bussola in mano sembrava che la strada fosse tracciata mi ritrovavo ancora perso e spaesato.
I CAPELLI DI HAROLD ROUX – Thomas Williams
Due immagini si sono andate creando nella mia mente, mentre stavo in ascolto seduto attorno al fuoco, di ciascuno dei protagonisti della storia (storie): le matriosche e una spirale.
Ciò che si ricava dalla lettura di quest’opera, è in un certo modo inesauribile, sorprendente, perchè dietro l’angolo, sfogliata l’ennesima pagina, scopri spesso qualcosa e più spesso qualcuno, che non ti saresti mai aspettato, continuamente.