Il ladro di voci – Jacob Rubin

by Gianluigi Bodi
Jacob Rubin

A volte hai l’impressione di leggere tanto, di leggere troppo. Le letture si accumulano, alcune buone, alcune pessime. A volte ti rendi conto che hai furiosamente voltato pagine per arrivare a leggere un libro come questo.

Il ladro di voci” di Jacob Rubin è uno di quei libri che aspetti. Uno di quei libri che ti auguri di trovare tra gli scaffali e portare a casa anche per sbaglio.
La storia è quella di Giovanni Bernini (non un nome d’arte si badi), cresciuto senza un padre, un italiano che ha pensato bene di scappare dai pannolini e dalle poppate notturne, cresciuta da una madre affettuosa e aperta. Una madre che stravede per lui. Giovanni ha un dono, riesce ad imitare tutti, compagni di classe, professori, parenti. La cosa contribuisce a metterlo ai margini. Per alcuni, questo dono, è opera del diavolo. Per la madre è pura energia, è una strada da seguire. Quando alla porta di Bernini arriva l’impresario scapestrato Maximilian Horatio Giovanni ha la possibilità di mostrare al mondo quello che sa fare e capirà che non tutte le persone hanno un filo da tirare che le metta a nudo, almeno non Lucy Starlight.

Viene da chiedersi come sia venuto in mente a Jacob Rubin di imbarcarsi in questa avventura. Scrivere una storia su qualcosa che è profondamente visivo, qualcosa di immediato per lo sguardo come lo è l’imitazione su un palco. La cosa spettacolare è che nononstante non ci sia concesso il privilegio di “sentire” Giovanni Bernini” è come se il suo talento ci arrivasse puro e cristallino. Merito della scrittura di Rubin, una scrittura di altissima qualità. Un’abilità dosata con precisione che da quasi l’impressione che non si sia una singola parola fuori posto e che il libro nasca perfetto così.
E’ interessante anche lo sviluppo del tema della personalità. Colui il quale riesce ad impersonare e quindi ad essere migliaia di persone non riesce ad essere pienamente se stesso. Essere gli altri gli permette di nascondersi. Oltre a questo, anche il rapporto con Lucy va esplorato a fondo. Giovanni, tanto abile a vestire i panni di chi gli si para davanti, non riesce ad impersonare Lucy perché ne è attratto. Il provare forti sentimenti per la ragazza lo inibisce, non riesce ad avere il necessario distacco per osservarla senza farsi influenzare.

Se non avessi letto questo libro il 2015 letterario sarebbe stato un po’ più brutto. Un bel po’ più brutto.

La traduzione di questo eccellente libro è di Leonardo Taiuti, che oltre ad essere uno dei responsabili della collana “Black Coffee” è anche un abile traduttore. Deve essere particolarmente appagante trovare un libro su uno scaffale in america e riuscire a portarlo fino in casa nostra.

Sempre ottime le proposte editoriali di Clichy. Erano una casa editrice con i fiocchi prima di Black Coffee e ora sono ancora più completi.

Sceneggiatore di successo oltre che scrittore, Rubin vive a New York. Il ladro di voci è il suo primo romanzo.

Commenti a questo post

Articoli simili

9 comments

Leave a Comment