Non me ne vogliano vegetariani e vegani: per tradurre bene bisogna essere onnivori… almeno in quanto a gusti letterari.
Prima di lasciarvi per la pausa agostana, vorrei parlarvi di alcune mie recenti letture che forse potrebbero interessare anche a voi, mentre vi riposate sull’amaca in giardino (la mia è in copertina) o su un lettino in spiaggia. Come capirete dai titoli, non si tratta esattamente di letture da ombrellone ma di testi da leggere con calma e su cui riflettere nei mesi a venire (d’altronde i freelance vanno mai veramente in vacanza?). Eccovi dunque l’elenco delle mie letture per…
AVERE UNA DIREZIONE
Se volete riflettere sulla direzione in cui state andando, non posso che consigliarvi la Business Guide for Translators della mitica Marta Stelmaszak. Ne ho già parlato in questo articolo pubblicato qualche giorno fa sul sito della Giornata del Traduttore, dove consiglio un testo che è stato fondamentale per la mia carriera di traduttrice. E oltre a me, troverete i consigli di altre colleghe: sono stati proprio i loro preziosi spunti a fornirmi l’ispirazione per questo ultimo post (e qualche titolo si è andato ad aggiungere alla mia luunga lista).
RIFLETTERE SULLA NOSTRA LINGUA
Dai, ammettiamolo: noi traduttori siamo un po’ grammar nazi. Eccovi dunque una lettura per rendervi più indulgenti nei confronti di chi commettere errori, per spronarvi a riflettere sui mutamenti in atto nell’italiano ma, soprattutto, per imparare a concepire la lingua come un’entità viva, fluida, popolare e, forse, democratica. L’autore è Andrea de Benedetti è il titolo è tutto un programma: La situazione è grammatica (Einaudi).
FARE SCELTE CORAGGIOSE
Che non significa scegliere di scrivere un pò (con buona pace di De Benedetti), ma al contrario recuperare tutte le sfumature sintattiche e lessicali del nostro bistrattato italiano per applicarle laddove il testo lo richieda. Una sorta di contrappeso al libro precedente, insomma. Di traduzioni audaci vi ho già parlato in questo articolo in cui consigliavo la lettura di Io e Mabel di Helen Macdonald nella traduzione di Anna Rusconi (Einaudi), ma l’estate è il momento giusto per rispolverare i grandi scrittori italiani del Novecento e lasciarsi ispirare da loro.
DARSI IL GIUSTO VALORE
Lasciamo la riflessione sulla lingua e torniamo ad argomenti più concreti con questo testo dallo stile un po’ troppo “americano” per i miei gusti ma scorrevole e dai concetti ben esposti. Il libro in questione si chiama Value for money, di Ran Segall e Lior Frenkel, ed è consigliatissimo a chiunque in questi mesi abbia avuto l’impressione di aver lavorato troppo rispetto a quel si è poi trovato in tasca. Perché ricordiamoci che questo è un bellissimo *lavoro* (gli asterischi sostituiscono ogni riflessione più articolata: abbiate pazienza, fa caldo anche per me).
RIFLETTERE SULLA NOSTRA CONDIZIONE
E dopo la lettura un po’ veniale, eccovi Vita da freelance di Sergio Bologna e Dario Banfi (Feltrinelli). Titolo tutto sommato spensierato immediatamente smentito dal seguito “I lavoratori della conoscenza e il loro futuro”. Lo so, è un mattone, ma credo che ogni lavoratore autonomo dovrebbe leggerlo. Se siete proprio così tanto pigri, vi concedo in alternativa La New Workforce (Asterios), sempre di Sergio Bologna e sempre denso, ma decisamente più breve.
PASSARE ALL’AZIONE
E dopo tanta teoria, torniamo alle basi con The translation sales handbook (2014 edition) di Luke Spear che a dispetto del titolo non parla solo di come rapportarsi con i clienti, ma suggerisce utilissimi strumenti da utilizzare quotidianamente nel proprio lavoro, dà ottimi consigli per chi vuole sistemare il proprio sito e contiene una serie di interessanti interviste ad alcuni colleghi “storici” che raccontano come hanno iniziato a tradurre e svelano le strategie adottate per aumentare le tariffe, passando dai compensi per esordienti a quelli per professionisti. Consiglio a tutti di prendere spunto 😉
12 comments
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