Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Olivia Sudjic – Una vita non mia – Minimum Fax

Olivia Sudjic – Una vita non mia – Minimum Fax

by Gianluigi Bodi
Olivia Sudjic

Nella maggior parte dei romanzi che leggo, direi un buon novanta per cento, noto la mancanza di qualcosa che attualmente è quasi impossibile da ignorare nelle nostre vite: i social. Quasi tutti noi sia iscritti a uno o più social network. Conosco delle persone che si rifiutano di crearsi un profilo su Facebook, ma che hanno una vita molto attiva su Instagram. Altri che prediligono Twitter e altri ancora che abitano social network meno famosi, ma che svolgono la stessa funzione.
Tutto questo però sembra essere escluso dalla narrativa contemporanea. A volte, se va bene, si trovano brevi accenni a Facebook, ma sono note di colore messe lì per dare un contesto temporale alla storia.

Una vita non mia” di Olivia Sudjic è diverso. In questo romanzo il mondo virtuale è importante tanto quanto quello reale. Se ne analizzano gli aspetti positivi, ma si pone soprattutto l’accento su quelli negativi.
La storia è quella di Alice Hare, una ragazza laureata in filosofia, con qualche problema a relazionarsi con i genitori (il padre è sparito nel nulla e la madre, beh, la madre è una persona davvero difficile). Alice decide di lasciare l’Inghilterra e di tornare a New York. Qui, attraverso i social, incontra Mizuko, una ragazza che ha dei tratti in comune con Alice e che proprio per questo funge da calamita verso le attenzioni di Alice. Alice studia Mizuko attraverso le tracce che quest’ultima lascia nei social network, ma la vita che vediamo online non è sempre la vita che le persone vivono veramente. Alice crea un’occasione fortuita per incontrare Mizuko. Le due diventano amiche e da quel momento inizia un gioco quasi perverso in cui verità e menzogna si mescolano attraverso i social.

In questo romanzo ci sono degli elementi davvero interessanti, elementi che andrebbero studiati con trattati sociologici. Una delle cose che ho apprezzato di più è la costruzione dell’ossessione di Alice nei confronti di Mizuko. Quella volontà di modificare se stessi per piacere agli altri o, in certi casi, per piacere all’immagine che gli altri hanno di se stessi. Quello di Alice potrebbe essere considerato stalking digitale. Un’ossessione che monta e che poi, inevitabilmente, deve scontrarsi con la persona reale che vive al di fuori dello schermo del computer.

Per quel che mi riguarda “Una vita non mia” è un romanzo sulla contemporaneità. Un romanzo che racconta le difficoltà che si incontrano nel momento in cui siamo tenuti a plasmare la nostra identità all’interno di un sistema in cui tutti sono in contatto con tutti e l’utente inizia a considerare ciò che vede nelle vite degli altri come migliore e più appagante.
Questa è probabilmente una delle letture più interessanti di questo 2017. Forse perché ho trovato nella mia esperienza quotidiana molti tratti in comune con la storia di Alice.

Molto coinvolgente la traduzione di Chiara Baffa.


Olivia Sudjic è nata a Londra e ha studiato letteratura inglese alla Cambridge University. Una vita non mia è il suo primo romanzo, ed è stato salutato dai principali quotidiani inglesi e americani come uno dei migliori esordi degli ultimi anni.

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