Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Michiko Kakutani – La morte della verità

Michiko Kakutani – La morte della verità

by Gianluigi Bodi
Michiko Kakutani

Michiko Kakutani è stata, fino al 2017, il critico letterario di punta del “New York Times”. Famose sono state le sue recensioni, forse ancora di più le sue stroncature. Posso solo immaginare che durante gli anni Katukani abbia avuto modo di leggere migliaia di libri. Questi libri hanno messo la base per questo saggio, “La morte della verità“.

Questo saggio nasce, a mio parere, con il tentativo di dare una spiegazione su cosa sia andato talmente storto da dare a Trump la possibilità di essere eletto come presidente degli Stati Uniti. “La morte della verità” analizza il fenomeno Trump e le sue strategie comunicative che gli hanno permesso un successo che i più avrebbero giudicato impossibile. La campagna di Trump è iniziata con le risa di scherno degli avversari. La stessa Clinton, arrivata allo scontro finale contro Trump per il posto di presidente, ha sottovalutato l’avversario pensando, sotto sotto, di avere la vittoria in tasca.

Trump è un personaggio misogino, razzista, omofono e ignorante, completamente incentrato su se stesso e la propria immagine. Ma, per quanto mi dolga dirlo, non è uno sprovveduto. Sapeva di non aver alcuna possibilità di vincere la corsa alla presidenza e quindi si è rivolto alle persona giuste. A quei professionisti che hanno il solo scopo di manipolare la verità. Ecco subentrare dunque i troll russi. L’IRA è una struttura con base a Mosca in cui lavorano persone che hanno il solo scopo di mettere in giro notizie false. La cosa assurda è che mentre al primo piano c’è chi inventa le notizie, al terzo c’è chi quelle notizie le va a commentare.
La strategia è stata perfetta. Quasi da ammirare. Gruppi di troll che aprono gruppi Facebook per dividere il popolo americano sui temi controversi del razzismo e dell’aborto. Altri gruppi che fanno circolare notizie false sugli avversari politici. Altri ancora che fanno circolare notizie meravigliose su Trump per farlo apparire il nuovo messia. Un Ceo che non deve rendere conto a nessuno per governare il paese. E tutto questo passando attraverso i dati raccolti su Facebook da Cambridge Analytica, una società che si occupava di delineare i profili degli utenti e di mandare nelle loro bacheche il materiale giusto per farli avvicinare a Trump. Se eri un amante dei gatti nella tua bacheca compariva un post che mostrava la Clinton mentre ne prendeva a calci uno e un post di Trump che avrebbe dedicato una statua a Silvestro.
Il lavoro di Cambridge Analytica non avrebbe potuto funzionare se noi tutti non fossimo all’interno di un silos. In questo silos si raggruppano le persone che hanno interessi in comune e l’unico scopo del cercare e leggere le notizie è quello di cercare conferma delle nostre idee. Non cerchiamo più il confronto, cerchiamo la sicurezza delle nostre opinioni.

La superba intelligenza di Michiko Kakutani supporta queste teorie utilizzando dei tranci di cultura pop. Non parlerò della citazione del Joker presa dal Cavaliere Oscuro, ma vi basterà sapere che Kakutani cita saggi e libri di narrativa a partire dai primi del ‘900. Cita l’ovvio Orwell e Huxley, cita David Foster Wallace, ma anche George Washington, il presidente Jefferson e altri intellettuali che hanno parlato dell’importanza della verità.

Lo scopo di chi ha lavorato alla campagna di Trump non è stato quello di creare una nuova verità, ma di distruggere con una sovrabbondanza di informazioni fuori controllo la verità stabilita. Tutto viene messo in dubbio. La scienza non è più una sacra verità, bensì una prospettiva da cui guardare le cose. La verità non è unica è un punto di vista, una diversa narrazione.
Il postmoderninsmo e il decostrunismo hanno contribuito a dare una forte spinta a questo tipo di atteggiamento. Il proliferare di fonti di informazione (le quali, come detto sopra, circolano all’interno del nostro silos) ci sta sfiancando. Siamo propensi ad accettare qualsiasi fatto come vero, qualsiasi opinione come degna, perché siamo in uno stato di confusione senza fine. Le fonti di informazioni pure, se ancora si trovano, vengono bombardate da attacchi feroci. Le lotte tra silos e silos sono cariche di rabbia e bestialità. Non devo portare avanti la mia verità, devo distruggere la tua. Non c’è confronto. È una rissa di strada senza regole.

Ora, se tutta la questione Trump vi sembra famigliare sappiate che lo è. Trump la spara sempre più grossa. Inveisce su twitter contro chiunque gli metta i bastoni tra le ruote. Sceglie dei collaboratori che secondo lui sono i migliori in assoluto per poi pugnalarli la settimana consecutiva. Utilizza un linguaggio pieno di superlativi e iperboli impressionanti proprio come Hitler utilizzò per la sua ascesa. Trump crea nemici a tavolino per rafforzare la propria base di sostenitori. Una volta si tratta dei messicani, un’altra dei proabortisti, un’altra la gente di colore. Hitler se l’è presa principalmente con gli ebrei.
Molte delle strategie comunicative adottate da Trump ricalcano quelle adottate da Hitler e quelle che Salvini sta utilizzando in Italia. Si tratta di spararla sempre più grossa. Di vedere fino a che punto l’elettorato può sopportare l’indecenza di un essere umano. A quanto pare, la situazione culturale è talmente tanto bassa che il livello di sopportazione è molto alto.
Un sostenitore di Brett Kavanaugh (la persona che Trump ha proposto per il ruolo vacante di Giudice della Corte Suprema e che al momento sta affrontando una pesante accusa di violenza carnale) ha risposto ad un giornalista che anche se dovessero provare che Kavanaugh è colpevole lui continuerebbe a supportarlo per la sua posizione contro l’aborto. Siamo disposti a sopportare tutto purché qualcuno annaffi il nostro orticello. In America, nella Germania degli anni ’40, nell’Inghilterra pro Brexit e nell’Italia del 2018.

La lettura de “La morte della verità” di Michiko Kakutani è qualcosa che vi consiglio con tutto il cuore. Avrete la possibilità, se lo vorrete davvero, di capire come funzionano alcune dinamiche della politica attuale. Se lo vorrete potrete entrare nell’ottica delle idee che la verità esiste ancora, ma va cercata con fatica. Solo se lo vorrete.

Traduzione di Alberto Cristofori.


Michiko Kakutani, nata a New Haven (Connecticut), figlia dell’importante matematico giapponese Shizuo, dal 1983 fino all’agosto 2017 è stata chief book critic del New York Times, dove ha iniziato a lavorare nel 1979 come reporter dopo due anni al Washington Post e a Time.

Laureata a Yale, nel 1998 ha vinto il Premio Pulitzer per i suoi scritti appassionati e intelligenti sui libri e la letteratura contemporanea. Nota per il rigore delle sue valutazioni e per le stroncature impietose, non è soltanto una vera autorità della scena letteraria e editoriale americana, ma è diventata anche un personaggio della cultura pop, citato in serie tv come Girls e Sex and the City.

Vive a Manhattan, e questo è il suo primo libro.

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