Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Un viaggio terribile – Roberto Arlt

Paratesto:

Avete presente quella sensazione poco piacevole che a volte vi attanaglia, quella sensazione che qualcosa sta per andare storto, che non può essere una buona giornata e prima o dopo qualcosa o qualcuno vi manderà tutto all’aria? Ecco, questo libro è quella sensazione.

Testo:
Un viaggio terribile” una lettura bellissima. Ladri incalliti, predicatori bigotti, medici ubriaconi, menagrami, truffatori, pazze e zitelle con il gusto per le catastrofi. Questa è l’umanità che si imbarca sulla “Blue Star”, la nave su cui viaggia il nostro protagonista e che ha un equipaggio, apparentemente, di ex galeotti.
Se non avete sentito mai parlare di Roberto Arlt siete giustificati. L’editoria italiana non è stata magnanima nei suoi confrontri, per cui di suo, si trova troppo poco e quello che è stato pubblicato tende a venire lasciato in secondo piano. Eppure, mi sembra un crimine. Dopo aver letto questo libro mi sono chiesto cosa influisca sul destino di uno scrittore. Ai tempi in cui frequentavo le scuole superiori, nell’antologia che utilizzavamo per martoriare i classici della letteratura, prima di iniziare con i testi, c’era sempre una breve sezione che si intitolava “Fortuna”. Io mi chiedevo, oh povero me, cosa c’entrasse la sfiga e la fortuna di uno scrittore in terza superiore. Poi, nonostante i neuroni fossero comunque impegnati altrove, mi spiegarono la ragione di quella sezione.

La “Fortuna” di Arlt è, in Italia, pessima. Quango leggerete la postfazione di Raul Schenardi vi accorgere che, oltre ad avere pubblicato poco e male, è stato pure dato risalto solo ad una certa produzione di Arlt, quella di matrice realista tenendo fuori opere come “Un viaggio terribile” che invece fanno parte della letteratura fantastica.

“Un viaggio terribile” è una cronaca di un viaggio, una sorta di parodia del genere in cui fanno capolino personaggi assurdi, nessuno di essi totalmente privo di difetti. Spicca, tra questi, a mio modesto parere, Luciano, il cugino del protagonista. E’ lui ad instillare nei passeggeri la preoccupazione che qualcosa non stia andando per il verso giusto. Inizialmente si tratta di poche parole buttate lì, riferite ad un non ben precisato cambio di nome della nave che porterebbe sfortuna, ma fino a che si rimane su questo piano, le parole di Luciano possono rientrare nell’ambito della paranoia fine a se stessa. La cosa però cresce fino ad arrivare al climax finale (che non vi svelo per non rovinarvi la sorpresa) che ci fa ritornare alla memoria le prime fasi del libro in cui Luciano sembrava un semplice piantagrane come ne conosciamo tanti e non un santone come poi sarebbe stato considerato.

Arlt ha la capacità di raccontare una storia potenzialmente simile a mille altre e di stravolgerla. L’attraversata diventa fantastica. I personaggi, anche quelli minori, si ammantano di un velo di mistero che li fa risaltare e gli regala una terza dimensione di tutto rispetto.
E poi c’è la cosa che più ho apprezzato. La sensazione che ci sia una cappa minacciosa che si sta avvicinando in lontananza. Che un destino ineluttabile sia già stato scritto e aspetti solo di compiersi. Il destino della Blue Star è già segnato e non c’è scampo.

Coordinate:

arlt

Come ho già detto, il destino di Roberto Arlt in Italia è poco felice. Per uno che veniva considerato da César Aira «[…] il più grande romanziere argentino» è decisamente un delitto. Di recente pubblicazione c’è anche un “Sette Pazzi” che vale la pena di prendere in mano. A chi sa leggere lo spagnolo consiglio di recuperarsi tutta l’opera e decidere autonomamente se Arlt merita di essere considerato o meno uno dei grandi.

In Italia per fortuna c’è chi apprezza ancora la buona letteratura, che riesce a fare ricerca e a scovare piccole gemme coperte dalla polvere. “Un viaggio terribile” è pubblicato dalla casa editrice Arcoiris di Salerno. In particolar modo, tra le collane pubblicate da Arcoiris ce n’è una che va tenuta d’occhio. La collana in questione è quella degli “Eccentrici” di cui parleremo a più riprese in questo spazio. Il nome della collana è di per sé un manifesto programmatico e vedrete anche con i prossimi titoli che mai nome fu più azzeccato.

Traduzione e Postfazione sono di Raul Schenardi. Aldilà delle traduzione che reputo ottima, vi consiglio di leggervi attentamente anche la postfazione la quale vi aiuterà a mettere a fuoco sia lo scrittore sia il racconto.
Cito anche qualche altra persona che ha lavorato a questo testo perché credo sia giusto che anche il loro lavoro venga riconosciuto. Della revisione del testo se n’è occupato Livio Santoro. Il direttore della collana è Loris Tassi e di lui parlerò più approfonditamente in uno dei prossimi spazi “Inchiostro Fresco”.
Infine, se la copertina vi è piaciuta quanto è piaciuta a me dovreste ringraziare Federica Di Lella per l’immagine e Raffaele di Somma per il progetto grafico.

Ultima cosa da dire. La grandezza di alcune case editrici non si misura con il numero di titoli che vengono proposti mensilementi, ma dalla cura e la passione. Ora, io sono di sicuro la persona meno indicata a parlare di certe questioni, ma se la casa editrice ha anche una collana di libri in lungua spagnola “Los juguetes rabiosos” e ha pubblicato anche la versione spagnola de “Un viaje terrible” direi che la cura e la passione ci stanno tutte.

P.S dal 21 Aprile il libro è presente anche in edizione digitale, per cui non avete nemmeno la scusa dei problemi di distribuzione.

 

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