Vota il cervello

by senzaudio

I luoghi comuni non mi sono mai piaciuti. Così come le etichette, i pregiudizi, il qualunquismo. “La nostra Costituzione è la più bella al mondo” è stata la frase usata e declinata in migliaia di modi per giustificare mancati correttivi e aggiornamenti. La Costituzione della Repubblica Italiana è frutto della lungimirante vena istituzionale dei nostri padri costituzionali: democristiani, comunisti, socialisti, liberali hanno saputo mettere da parte le posizioni ideologiche dotando l’Italia di una Magna Charta moderna e rispettosa dei diritti e dei doveri di tutti. UnknownAffermare che la nostra Legge principale debba subire una rivisitazione nella parte in cui si delinea l’architettura istituzionale significa, quindi, volerla mettere al passo coi tempi. Bicameralismo perfetto, 630 deputati e 315 senatori, poteri limitati in mano al Presidente del Consiglio sono limiti che vanno rapidamente superati con una camera che legifera, un senato delle regioni per occuparsi di federalismo, una netta sforbiciata al numero degli eletti, un premier o Presidente della Repubblica con possibilità nomina/revoca ministri e scioglimento camere.

Tutto, però, passa dalla architettura dello Stato che si vuole costruire e da una nuova legge elettorale. L’attuale Porcellum impedisce ai cittadini di nominare i propri rappresentanti e genera ingovernabilità – è stata studiata proprio per questo motivo -. E qua si viene toccare un tema caro ad alcuni, non a tutti: quello del mandato elettorale. Il politico rappresenta una professione come tutte le altri, un mestiere che richiede grandi conoscenze. In un’epoca in cui tutti sono convinti di saper fare tutto, è utile ricordare che governare uno Stato non è come reggere qualsiasi azienda. Rivolgersi e pescare a mani basse nella società civile è un limite della classe politica: significa che non ha funzionato. Infatti, è questo il principale nodo della crisi tutta italiana. imagesNoi elettori eleggiamo i nostri rappresentanti, i quali, secondo l’articolo 67 della Costituzione, agiscono senza mandato elettorale, perché come disse Edmund Bruke nel 1774: ” Il parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell’intero, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale”.

Quando io eleggo un politico, non voglio che agisca per tutelare i miei interessi, quelli di una parte, di un sindacato o del proprio partito, ma che abbia come unica stella la volontà di perseguire il bene comune e spesso per ottenerlo è necessario il dialogo, il confronto, il compromesso, alto non basso, con gli altri parlamentari. E questo può significare anche discostarsi dal proprio mandato elettorale. Non voglio soldatini pronti a eseguire i comandi di un capo, voglie teste, cervelli che ragionino ed è per questo che sarebbe per noi elettori fondamentale poter scegliere chi nominare in Parlamento.

Commenti a questo post

Articoli simili

Leave a Comment