Tristan Garcia – 7 – Emisferi – 6/7

by Gianluigi Bodi
Tristan Garcia

Basta un prìncipio per separarsi dagli altri. La realtà che viene presentata in “Emisferi”, il sesto romando dei sette che compongono “7” parla di frammentazione.
L’anno non è precisato. Direi che si parla di un futuro da qui a una trentina d’anni. La tecnologia ha fatto passi da gigante, ma il flusso di informazioni è continuo ed invadente. Nascono le clausure. Degli emisferi, mi verrebbe da definirle tende, in cui, grazie ad un aggeggio futuristico è possibile staccarsi dal flusso. I cellulari non prendono, non ci sono tweet in arrivo, nessun post, nessun meme. Il silenzio digitale.
Questo è l’inizio.
Avvolti da questa clausura che li separa dal mondo le persone decidono di fare un passo in avanti, una clausura più pesante. Una variante dell’aggeggio che permette di schermare i flussi digitali ora permette al cervello di isolarsi, si essere in pace, di non percepire più il mondo al di fuori degli emisferi.

A controllare che tutto funzioni ci pensano gli universalisti, coloro che non hanno abbracciato alcun prìncipio, che non hanno abbastanza fede in un’idea da far si che questa idea li separi dagli altri. Ed è questo il punto. Il mondo sembra un posto tranquillo non perché sia aumentata la tolleranza per le idee altrui, ma perché ogni singola dottrina religiosa, idea filosofica, credenza naturale o sovrannaturale ha generato degli emisferi e poi, all’interno di questi emisferi, ne ha generati altri, e così via. È un frazionamento continuo, una continua separazine dagli altri. L’uomo vive bene se viene circondato da gente che la pensa come lui, se il rispetto per le opinioni viene traformato in obbiedienza cieca.

Alla fine, anche chi pensava di essere libero potrebbe sbagliarsi. Forse, al di fuori delle porte nere e bianche che separano il dentro dell’emisfero dal resto del mondo non c’è nulla, forse un occhio ci sta semplicemente osservando.

Alcuni elmenti presenti negli altri libri vengono riproposti, come se ci fosse un’unica trama. Spero che l’ultimo capitolo mi aiuti a capire cosa lega (se qualcosa c’è) queste sei storie apparentemente slegate. La lettura di questo libro procede veloce, Tristan Garcia mi ha ipnotizzato e francamente non so più cosa aspettarmi dalla fine.

La traduzione è, lo ricordo, di Sarah De Sanctis.

Qui le altre recensioni ai romanzi precendenti: 1, 2, 3, 4, 5.


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