Tristan Garcia – 7 – I rulli di legno

by Gianluigi Bodi
Tristan Garcia

Alice è stata spazzata via. Non compare nel secondo dei sette romanzi che compongono “7” di Tristan Garcia. Non c’è o non si vede. Non possiamo nemmeno essere certi che i fatti narrati ne “I rulli di legno” avvengano nello stesso universo di Alice. In questo momento brancolo nel buio ed è una sensazione bellissima. Non so se rivedrò i personaggi del primo romanzo, non so se rivedrò Alice. Mi resta la vaga impressione che ci sarà, alla fine, un filo conduttore che legherà tutti e sette i romanzi. Ma quale?

C’è un legame tra “Alice” e “I rulli di legno”. Il legame è il tempo. Mentre nel primo romanzo il tempo veniva regalato dall’assunzione di una droga, in questo secondo romanzo il tempo sembra sempre uguale a se stesso. Sembra un fiume, come direbbe Siddharta.

Il protagonista principale de “I rulli di legno” è un musicista. Un tipo che ha scritto una buona canzone negli anni ottanta e che da allora sembra fermo a quell’istante. Ci sono dei tour promozionali, delle serate migliori di altre, ma in fin dei conti negli ultimi trent’anni lui e il suo gruppo non hanno fatto altro che suonare la stessa canzone. Quella Walking Backwards che li ha resi celebri ed è stato un lampo di creatività nell’oscurità. Nemmeno lui ricorda come è riuscito a comporre quel pezzo. Tutto fila liscio e direi normale, una storia sentita già parecchie volte per chi ascolta musica. Se non fosse che un giorno un tipo strano gli fa ascoltare una musicassetta in cui è incisa parte di Walking Backwards. Incisa dallo zio di questo tizio inquietante c’è, su cassetta, qualcosa che non dovrebbe esistere. Il musicista e lo zio non si conoscevano, vivevano a migliaia di chilometri di distanza eppure, ecco il problema più grande, su nastro c’è la stessa canzone incisa anni prima che il musicista, la componesse nel cuore della notte.

Proseguendo con le indagini subentra un altro personaggio enigmatico e dei rulli datati 1813 che contengono la musica più innovativa composta negli ultimi 200 anni. Si procede a ritroso, un po’ come Alice, per ritrovare l’origine di tutto e ci si scontra con un frate portoghese e, ancora più in là, con gli indiani.

Spesso sentiamo dire che non si crea più nulla di nuovo, che tutto è già stato fatto, tutto è già stato scritto. Questo romanzo sposta la tesi. Tutto è già stato scritto e portato nel mondo da menti illuminate. Il messaggio può essere colto da altre menti illuminate. Tutto è stato scritto nello stesso momento e svelato a poco a poco. E questo fa di noi non dei creatori, ma dei decifratori di un codice segreto che da qualche parte, qualcuno o qualcosa, sta emettendo nell’etere.

“I rulli di legno” ha il passo del racconto lungo. Completo e ben progettato. Sarebbe un’ottima lettura anche preso da solo. Mi chiedo quale sia il ruolo all’interno di “7”, mi chiedo se riuscirò a capire il disegno ultimo del libro.

La traduzione è di Sarah De Sanctis.

Qui la recensione al primo romanzo.

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