Il titolo originale di questo libro recita “7. Romans“. Come a dire che questo libro può non essere letto nella sua interezza, può essere anche considerato una serie di sette romanzi collegati tra loro. Allora io ho preso per buono l’invito di Tristan Garcia e ho deciso di recensire ognuno dei sette romanzi come se fossero libri a se stanti.

Il primo romanzo è “Alice”. Al momento non so ancora come “Alice” si legherà al resto della serie. È un incipit dell’opera, se vogliamo, ma è anche un organismo che vive di vita propria.

In “Alice” facciamo la conoscenza di alcuni personaggi. Non so se ritorneranno in seguito. Procedo la lettura a piccoli passi, lascio passare del tempo da un libro all’altro, come se dovessi attendere con impazienza l’uscita del capitolo successivo. Abbiamo il narratore, un individuo che ha un passato burrascoso e spaccia. Abbiamo Laurianne, una ragazza misteriosa. Milan l’artista riconvertito. Èmilien lo scienziato che da giovane aveva sogni di gloria. Tra questi ultimi tre personaggi si innesta un triangolo amoroso che diventa ancora più complicato nel momento in cui compare Alice. Alice è una droga sintetizzata da Èmilien e ha il potere di far rivivere in noi il passato. Assumendo una dose di droga possiamo ritornare per un breve tempo ad essere il noi stesso di 5, 10, 15 anni fa.  Le possibilità sono pressoché infinite. Ogni versione deve essere numerata con un complicato sistema 19.1 v1, 20.4 v2. Ma dei semplici numeri non sono sufficienti a tenere sotto controllo il potere di Alice. Sotto gli effetti di Alice viviamo un’esperienza stupefacente. Avete presente i carotaggi che si fanno al Polo Nord? Gli studiosi tirano fuori dal ghiaccio un lungo cilindro e lì, davanti ai nostri occhi, abbiamo la memoria del ghiaccio. Studiandolo possiamo capire cosa è successo nel passato. Alice fa rivivere quel passato, tira fuori dal nostro cervello quello che eravamo a 17 anni. Il ribelle, il sognatore, il romantico, il depresso, l’emarginato, il violento.

Ora, immaginatevi il vostro alter ego di 17 anni che si guarda allo specchio. Per lui il tempo non è passato eppure davanti a sé ha una versione invecchiata. Cosa ha combinato quel vecchio negli ultimi 20 anni? Cosa ha fatto della vita che il diciassettenne voleva avere? Alice è una fuga dal presente. Apparentemente offre l’unica cosa che non possiamo avere pur desiderandola con tutta la nostra essenza: tempo. Il tempo che pensavamo fosse eterno quando eravamo adolescenti, il tempo che sarebbe stato un contenitore di gioie e soddisfazioni. Quel tempo che avremmo utilizzato per cambiare il mondo in meglio.

Immaginate di poter far ritornare indietro nel tempo un vostro caro, farlo tornare fino al punto in cui il suo cervello funzionava ancora e non era ancora stato distrutto dal Parkinson. Immaginate la gioia nel rivederlo lucido, nel vedere nei suoi occhi che vi riconosce. Immaginate il suo ritorno nell’oblio.

Alice è una droga terribile. Le implicazioni sono enormi. Apre un dialogo a distanza tra due mondi, apre fratture. I nostri alter ego giovani ci vengono a visitare nei sogni per insultarci. La nostra versione attuale sprofonda nella depressione. Perché difficilmente le nostre proiezioni adolescenziali possono avverarsi, ma anche perché la nostalgia aumenta ad ogni dose di Alice.

Il primo dei sette romanzi che compongono il romanzo serve a delineare il mondo in cui i fatti si svolgono. Un mondo in cui è possibile l’esistenza di Alice è un mondo in cui può succedere di tutto. La scrittura di Tristan Garcia, che avevo già apprezzato in Faber, qui trascina il lettore dentro un turbine di infinite possibilità. “Alice” è stata una lettura veloce, ma il riverbero di questa lettura nella mia vita quotidiana non si esaurisce con l’ultimo punto. Ora, la mia versione 17.7 scalpita e ce l’ha con me.

La traduzione è opera di Sarah De Sanctis.


Tristan Garcia è nato a Tolosa nel 1981. Ha studiato Filosofia alla École Normale Supérieure di Parigi. È autore di diversi romanzi, tra cui La parte migliore degli uomini pubblicato in Italia nel 2011 da Guanda, Le Saut de Malmö et autres nouvelles, Les Cordelettes de Browser, Mémoires de la jungle, Faber e 7, vincitore del Prix du Livre Inter 2016, pubblicati in Francia da Gallimard.

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