Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Tom Drury – La fine dei vandalismi – Trilogia di Grouse County

Tom Drury – La fine dei vandalismi – Trilogia di Grouse County

by Gianluigi Bodi
Tom Drury, La fine dei vandalismi, NNeditore,

Qualche giorno fa stavo ascoltando la radio. In un programma radiofonico si parlava di Houdini, il grande mago, l’incantatore. Colui che era in grado di ammaliare il pubblico con lo sguardo magnetico e che vi faceva guardare da una parte mentre compiva il trucco da un’altra. Ecco, mentre sentivo il conduttore raccontare la storia di Houdini a me è venuto in mente NNeditore. Il paragone non è perfettamente calzate perché ci si immagina che alla base di tutto il ragionamento ci sia la capacità e la volontà di compiere un trucco. Il trucco non c’è.

L’enfasi che è stata data alla pubblicazione di Kent Haruf da parte di questo editore è sfociata in un vero e proprio caso letterario. E come succede in questi casi si sono alzate anche voci che hanno cercato di minare questo successo basando le loro teorie su un’equazione tanto semplice quanto sbagliata. Se è piaciuto a tanta gente non può che essere un libro commerciale, un caso montato ad arte. Fortunatamente queste voci sono state poche e flebili, probabilmente perché davanti si sono trovate un ostacolo da sormontare che non offriva appigli.

Ora NNeditore si lascia alle spalle Haruf. Pur continuando a godere dei frutti e della soddisfazione di quella scelta editoriale, NN ha avuto l’estro di un Houdini in grande spolvero perché mentre tutti avevano gli occhi puntati su Haruf loro hanno pubblicato anche altri libri altrettanto belli e di successo. Molti dei quali, devo ammetterlo, sono finiti anche su queste pagine. Cito a memoria Poissant, Offil, Rita Indiana, etc.

NN ha il duro compito di far dimenticare di essere l’editore italiano di Kent Haruf e, nel farlo, di mantenere intatto lo spirito che la contraddistingue. Ed è per questo motivo che dopo aver pubblicato “Le nostre anime di notte” l’editore ha dato alle stampe il sorprendente “Il salto” di Sarah Manguso e il capolavoro di Brian Panowich che narra di una “Bull Mountain” intrisa di violenza. L’idea era quella di creare una certa distanza emotiva e poi, subito dopo, far uscire il primo volume della trilogia di Grouse County. Si tratta de “La fine dei vandalismi” dell’autore americano Tom Drury. Un libro che ha in comune con “La trilogia della pianura” di Haruf un’ambientazione americana basata sulla vita delle contee. Anche in questo caso il senso di comunità è molto forte, i rapporti tra le persone sono reali. La gente si conosce, parla, sparla, agisce ed interagisce. Nella pagine scritte da Drury si ha l’impressione che le scelte dei personaggi siano tese ad una conservazione di se stessi e, contemporaneamente, della comunità. Come se le due cose fossero inscindibili. Qualcosa che da noi non si vede più da almeno trent’anni. Trent’anni che sono bastati a confinarci nella diffidenza e nell’indifferenza.

Io credo che parte del successo dei libri di Haruf sia dovuto proprio alla capacità che ha avuto lo scrittore di attingere da una tavolozza di sentimenti umani che sono diventati desueti. Ha risvegliato nel lettore la necessità di cibarsi di qualcosa di buono. Tom Drury calpesta lo stesso viale sterrato, racconta in modo diverso e aggraziato personaggi che impareremo ad amare, luoghi che desidereremo frequentare. Lo fa con ironia (l’episodio della cisterna dell’acqua e quello in cui si racconta che ai bei vecchi tempi non era infrequente alzarsi la mattina e trovare sulla porta di casa tre o quattro bambini abbandonati sono raccontati con la maestria di chi sa dosare l’ironia senza abusarne), lo fa raccontanto, più che la storia di singoli personaggi, la storia di un intero paese e delle relazioni che esistono tra gli esseri umani.

Raccontare un paese è un compito duro. Si rischia di annacquare la narrazione, renderla dispersiva, perdere il lettore. Tom Drury per nostra fortuna mantiene salde le redini della storia che racconta. Il polso è fermo anche quando si lancia in digressioni che sembrano non portare a nulla, ma che hanno la funzione di rendere il ritratto di Grouse County ancora più realistico. Così facendo porta per mano il lettore fino alla fine. Mantiene alta l’attenzione e ci conduce all’interno di un’atmosfera che si fa via via sempre più reale.

Per quel che mi riguarda, e credo sia evidente da quello che ho scritto, mi è difficile parlare di Drury senza riportare alla memoria Haruf. Credo che le affinità tra i due autori ci siano, ma credo anche che le differenze siano bene visibili. A partire da una Grouse County meno paradisiaca di Holt per finire con le differenze stilistiche che vedono Drury offrire uno sguardo che dal generale va al particolare. Mentre con Haruf avevo l’impressione che i personaggi agissero con Holt sullo sfondo, quasi fosse una presenza benevola, qui sembra che i personaggi e lo sfondo siano indivisibili. In un rapporto di mutua influenza in cui le sfumature di Grouse Country trovano sfogo nella personalità dei protagonisti e i personaggi agiscono all’interno di uno schema che sembra disegnato dalla città stessa.

Sono stato accusato bonariamente (spero) di essere troppo amico di NNeditore. Non so come si risolva l’amicizia con un editore. Per quando possa sembrare strano non ho in programma di farmi pubblicare da loro perché credo che anche per la narrativa italiana il loro livello sia molto alto. L’amicizia si rinnova ad ogni libro. A certi editori perdoni un basso perché sai che nel corso dell’anno gli alti saranno parecchi e pure molto alti. Tutte le ipotesi e le congetture fatte sui piani editoriali di questo editore sono farina del  mio sacco. Potrebbero corrispondere al vero, di certo hanno elementi plausibili. Oppure sono solo frutti della mia immaginazione che cerca di trovare un disegno complesso anche dove non c’è. Se così fosse mi resterebbe il piacere di leggere la trilogia di Grouse County che, detto tra noi, potrebbe essere una di quelle letture da riprendere in mano tra una ventina d’anni, quando il focus della lettura andrà su personaggi che in questo momento ritengo minori perché non affini anagraficamente. Ora il mio occhio viaggia tra Louise, Dan e Tiny.

Un’ultima considerazione. Gianni Pannofino ha fatto un lavoro egregio. Un testo diventa un’esperienza di lettura coinvolgente quando percepisci che c’è una certa unione tra chi lo ha scritto e chi lo ha tradotto. L’armonia che ne scaturisce diventa essa stessa parte della lettura.

Tom Drury (Iowa 1956) è uno scrittore americano che ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui la fellowship della Fondazione Guggenheim. Dopo aver insegnato nelle università americane, attualmente è docente all’università di Lipsia, e vive a Berlino. La fine dei vandalismi, il suo primo romanzo, è uscito negli Stati Uniti nel 1994 ed è stato subito acclamato come miglior libro dell’anno dalle maggiori testate americane. Uscito a puntate sul New Yorker, ha ricevuto il premio come Notable Book dell’Ala, l’associazione delle biblioteche americane. NN Editore pubblicherà tutti i libri della trilogia ambientata a Grouse County.

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