Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Terence Trend D’Arby e Sananda – Don’t Look Back in Anger

Terence Trend D’Arby e Sananda – Don’t Look Back in Anger

by Gianluigi Bodi

Questa è la storia di tre persone. La storia di Terence Trent Howard, ma è anche la storia di Terence Trent D’Arby ed è pure la storia di Sananda Maitreya. Il primo Terence nasce a New York nel 62, il secondo Terence nasce anni dopo, nell’87 ed infine, Sananda, che nasce nel 2001. Eppure è la storia di uno stesso artista, qualcuno che ha attraversato molteplici trasformazioni. Terence Trent Howard si diploma, si arruola nell’esercito di stanza in Germania e poi si fa espellere dall’esercito per diserzione ed inizia la carriera musicale. Insomma, fa quello che fanno di solito i giovani di belle speranze. Nel 1987 il signor Howard lascia il passo a Terence Trent D’Arby e “Introducing the Hardline According to Terence Trent D’Arby” arriva sugli scaffali di tutto il mondo e fa il botto. La massa di treccine nere di TTD diventa familiare a tutti. La voce di TTD è calda, nasale, un duvet caldo sugli acciacchi invernali. TTD sfrutta un fisico asciutto, longilineo, nei video si lascia andare a movenze che a molti (all’epoca) ricordavano il Michael Jackson giovanile. E come sempre, all’apice del successo, si sprecano paragoni illustri. Le movenze appunto di MJ, la voce suadente di Sam Cooke etc etc. Il fatto è che i paragoni sono scomodi, soprattutto se chi li subisce ha l’impressione di essere il più grande, non colui che imita, ma colui che sarà imitato nei secoli a venire. TTD ha in effetti, un ego smisurato. Il primo album lo fa arrivare fulmineo alla ribalta. Tutti parlano di lui. Quindi le pressioni aumentano esponenzialmente. Pubblica il secondo album “Neither Fish Nor Flesh” nel 89. I toni si fanno più seri e da il via alle sperimentazioni che arriveranno massicce anche dopo. L’album ha un buon successo di pubblico, ma non raggiunge i livelli del precedente. Serve un cambiamento. Si trasferisce a Los Angeles e nel 93 pubblica “Symphony or Damn”, sottotitolo Exploring the Tension Inside the Sweetness. L’ego del buon vecchio TTD è talmente spropositato che si occupa lui di incidere tutte le tracce nel disco, o almeno così si narra. Pare sia un maniaco del controllo ed esige che tutto vada come desidera lui. “Delicate” in coppia con Des’ree, “Do you love me like you say” trascinano “Symphony or Damn” fino al quarto posto della classifica inglese e, più in generale, lo fanno ritornare in auge. Il disco, complessivamente, è un insieme di chitarre Blues e melodie romantiche che virano al Pop e, dall’altra parte, schitarrate al limite del metal. TTD ci butta dentro tutto se stesso e si scarica. Il seguito “Vibrator” del 95 è un buco nell’acqua, a partire dalla copertina che ritrate TTD come un angelo biondo. Un cambio radicale di immagine, via le treccine nere ed ecco che arriva il capello corto biondo platino. Non è solo una questioni di gusti personali, è un cambio di direzione sbagliata. L’album arriva alla ventesima posizione in Inghilterra e non fa meglio in America. Viene avvolto dall’oblio. Sopraggiungono i problemi, soprattutto con la sua casa discografica. Divergenze di stile, di opinione e mancate vendite. TTD stava progettando un rientro in grande stile che non si perfeziona. Abbandona la casa discografica e si compra i diritti del materiale su cui stava lavorando. Nel frattempo, nel 99, gli INXS lo chiamano per sostituire lo scomparso Michael Hutchence per celebrare l’apertura dei giochi olimpici di Sydney. Qui muore TTD e nasce Sananda Maitreya. A seguito di una serie di sogni ricorrenti cambia legalmente il suo nome. Ed ecco un ulteriore cambiamento di rotta. Si trasferisce in Europa, crea una propria casa discografica e pubblica “Wildcard” da cui estrae un singolo di buon successo “O Divina”. Nel 2002 le strade di Sananda e del nostro paese di intrecciano. Si trasferisce a Milano e sposa Francesca Francone, un’architetta e presentatrice TV. L’ego di Sananda però è lo stesso di Terence Trent D’Arby per cui continua a pubblicare progetti colossali divisi in capitoli nei quali si occupa di scrivere, produrre, arrangiare e registrare tutte le tracce in maniera completamente autonoma. Se gli chiedeste di che genere musicale si occupa vi risponderebbe “Post Millennium Rock”. La vena creativa di questo artista non si è ancora spenta e i suoi fan più fedeli hanno tantissimo buon materiale da ascoltare con enorme piacere. Purtroppo, il mondo, nella sua interezza, difficilmente potrà riassaporare il TTD d’annata, che a cavallo tra la fine degli anni ottanta e la metà degli anni novanta usava la sua voce calda e avvolgente per entrare nei cuori della gente. Difficilmente rivedremo danzare le sue lunghe leve e vedremo ondeggiare la folta chioma a trecce.

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