Ad un certo punto della sua carriera di scrittore, Julio Cortázar, che da sempre l’impressione di fare sempre quello che lo aggrada di più, sente la necessità di scrivere un libro che racconti le tragiche notizie che gli stanno arrivando dall’Argentina. Nel suo paese natio c’è stata un escalation di violenza. Il regime militare guidato da Videle ormai utilizza la tortura e la violenza come metodo sistematico di represssione. E’ il periodo dei desaparecidos.
Nasce “Il libro di Manuel” nel quale Cortazar fa interagire finzione e realtà, utilizzando frammenti di giornali e notizie che gli arrivano come elementi della trama del libro.
Poi però quando scrivi un libro arriva anche il momento di riprenderlo in mano. Il momento di lavorarci sopra prima di licenziarlo e darlo alle stampe. Quel momento viene raccontato in “Correzione di bozze in Alta Provenza”. E’ il ’72. Cortázar, alla guida del suo furgoncino WV, il drago rosso chiamato Fafner (dal drago dei Nibelunghi), decide che per affrontare la materia ardente di cui è fatto “Il libro di Manuel” non può restarsene inchiodato ad una scrivania. C’è troppa tensione emotiva per poterla ingabbiare in quattro mura.
E’ un lavoro pesante, lento, meticoloso, quello della correzione delle bozze. E’ un lavoro, in questo caso, aggravato dalla materia di cui è costituito il libro da correggere. Quella violenza dilagante che frusta il cronopio dentro a Cortázar. Ma le correzioni sono anche la testimonianza diretta che “Il libro di Manuel” era un libro attuale anche a due anni di distanza dall’inizio della sua scrittura. Mentre Cortázar si cimenta nel difficile compito di fare le pulci al proprio lavoro, per radio arrivano le sconfortanti notizie dell’attentato terroriristico durante le olimpiadi di Monaco ’72. Quella violenza che Cortázar aveva sentito la necessità di provare a scalfire attraverso la sua parola era, purtroppo, rimasta intatta.
Ad arricchire questa piccola chicca ci pensa una prefazione di Juan Villoro che vi dirà cos’è e cosa non è questo libro. Salvo poi essere liberi di pensare quello che volete.
Cortázar è indubbiamente un autore famoso che ha avuto una grande fortuna editoriale in Italia e che è stato pubblicato da più autori, per la maggior parte di dimenzioni medio grandi. Fortunatamente stiamo assistendo ad una riscoperta di questo autore da parte del grande pubblico e stavolta ci sono anche case editrici indipendenti a poter dire la loro. Sur ha già avuto il merito di iniziare la pubblicazione di un epistolario tripartito (al momento manca la terza parte in uscita nel corso del 2015), Un certo lucas e anche una breve intervista+fumetto di Rep nel numero inaugurale della collana LittleSur. “Correzione di bozze in Alta Provenza” è un’altra perla a quella collana.
Questo volumetto è stato tradotto da Giulia Zavagna. Della Zavagna ho già avuto modo di parlare in altre recensioni, per altri libri, non necessariamente legati a Sur. Mi piace poter dire che sto seguendo il suo cammino di traduttrice, anche se in realtà, quello che sto facendo è approfittarmi della sua abilità nelle lingue per leggere capolavori che altrimenti non potrei far miei.
Per l’occasione, Riccardo Falcinelli veste i LittleSur di una gafica nuova, che stacchi la collana “minore” (d’età s’intende) dalla collana madre. A me pare che sia riuscito già ora nell’intento di definire la personalita dei LittleSur, libri agili dal contenuto interessante.