C’è qualcosa, nel rovistare nel nostro passato, che assomiglia al camminare tra le macerie di una città che non c’è più. Muoversi a passo lento, a piedi scalzi, senza sapere se stiamo cercando qualcosa o se sarà questo qualcosa a trovare noi. I ricordi sono un po’ così, arrivano all’improvviso, nascosti negli angoli più buii.
“Ricordi in macerie” di Luis S. Krausz è dunque una passeggiata tra presente e passato dove il passato è una terra inghiottita dal nazismo e il presente un Brasile tropicale in estremo contrasto con la fredda Vienna. Krausz viaggia attraverso la città che lo ha adottato e ripensa, rivede, la storia della sua famiglia. La storia di un popolo costretto a scappare.
E qui si innesta il concetto di drueben, l’altra parte. Quell’altra parte che è sì la terra d’origine, il luogo di formazione sentimentale e sensoriale, ma è anche l’inferno dal quale fuggire, è anche la dimora di una delle manifestazioni del male più tremenda che l’uomo ha creato.
La lingua di Krausz è densa, qualcosa che sembra essere costruito per trattare con la materia del ricordo. Il tono è elaborato, quasi accademico a tratti (Krausz è un professore) nella descrizione dei particolari. Tutto il testo è pervaso da una vena di malinconia, quella consapevolezza di essere stati sradicati da un luogo e di non aver più nessuna possibilità di riprenderne possesso.
Impare a ricordare, aldilà della “Giornata della memoria” significa imparare a capire che la sofferenza è passata anche attraverso atti concreti. Attraverso la mancanza di scelta, l’obbligo alla fuga. Soprattutto significa anche capire che almeno due o tre generazioni hanno sentito su di loro la privazione della propria terra. Un vuoto che è difficile da colmare.
Giuntina “L’ebraismo a portata di libro” è qualcosa che non sarebbe nemmeno necessario definire, citare. Se penso all’ebraismo, alla divulgazione dell’ebraismo penso a loro. I due concetti sono inscindibili. Direi che un occhio al loro catalogo non può che rafforzare anche in voi questa idea.
Luis S. Krausz è nato nel 1961 a San Paolo in una famiglia ebraica fuggita da Vienna prima della guerra. È scrittore e traduttore nonché docente di letteratura ebraica all’Università di San Paolo. Ha studiato filologia classica ed ebraico alla Columbia University, all’Università della Pennsylvania e all’Università di Zurigo. È autore di diversi saggi. Questo è il suo primo libro pubblicato in Italia.
La traduzione di questo libro è ad opera di Vincenzo Barca, che già ho avuto modo di incontrare altrove. La lingua di Krausz non è facile, il libro non ti lascia molto spazio per la tragua, impegna il lettore. Immagino che la traduzione non sia stata una passeggiata, per cui è giusto far notare che la trasposizione in italiano di Barca è ottima.
20 comments
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