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Primo premio nazionale di narrativa Neo Edizioni “Anno zero” – Intervista alla redazione di Neo. Edizioni.

by Gianluigi Bodi
Premio narrativa

Qualche giorno fa ho aperto Facebook e mi sono trovato davanti un post di Neo Edizioni che mi è sembrato subito diverso dal solito. L’ho letto con curiosità e poi ho chiuso Facebook, ho spento il computer, ho chiuso la porta di casa e sono uscito a prendere mio figlio a scuola. Non c’ho pensato più per un po’. Poi, verso sera, per qualche motivo il post mi è tornato in mente, l’ho ripreso in mano, l’ho riletto, ho letto il bando e hanno iniziato a farsi strada alcune domande. Ma le domande che continuavo a farmi non potevano avere una risposta certa, potevo fare delle supposizioni, quelle sì, ma a cosa servivano? Il post in questione è quello che annunciava la prima edizione “Anno zero” del Premio Nazionale di Narrativa Neo Edizioni e qui sotto riporto le domande che mi sono posto e che per mia fortuna hanno trovato risposte sincere e puntuali da parte della redazione della casa editrice.

La prima domanda che mi sono posto appena ho letto la notizia del Premio Nazionale di Narrativa Neo Edizioni è stata: perché proprio ora? Quindi la rivolgo a voi. Perché adesso? Organizzare il vostro primo concorso Nazionale può essere anche un modo per uscire dalle pastoie della crisi editoriale che sembra, in questo momento, ancora più opprimente?

Da un po’ di tempo ci sembra che i manoscritti che ci vengono proposti si stiano allontanando dal cuore della Neo. Ci arrivano meno opere come Grande nudo di Gianni Tetti, La carne di Cristò, Cometa di Gregorio Magini – che sono alcuni dei titoli che più riflettono la nostra idea di letteratura. La colpa forse è nostra, perché anche noi, con gli anni, abbiamo esplorato altri territori. Ma non abbiamo mai smesso di cercare quei guizzi, quelle storie sghembe, quelle voci sopra le righe. Per questo abbiamo sottotitolato l’edizione “Anno zero”. Vogliamo ripartire da lì. Ma c’è anche un’altra risposta, altrettanto vera, ed è che siamo lenti, e arranchiamo nel marasma delle cose che dobbiamo gestire quotidianamente, perciò tra un’idea e la sua messa a terra passa tempo. Tanto tempo.

Quali libri sperate di ricevere? Ci fate degli esempi di libri che se avessero partecipato a questo concorso avrebbero una possibilità di vittoria?

Speriamo di ricevere i libri che non sappiamo che speriamo di ricevere. Vogliamo roba che non pensavamo possibile, che ci sconquassi, ci fagociti e ci risputi sconvolti, spaesati come se fossimo appena venuti al mondo. Ma questo non succede solo con le storie cupe, grottesche, disperate, epiche: amiamo tanto, tantissimo ridere, e per far ridere sulla pagina ci vuole un talento smisurato. Se le due cose vanno assieme, se un libro riesce a farci ridere a crepapelle e a tremare di un’angoscia esistenziale insanabile, se ci strappa la parete addominale raccontandoci la piccola cosa che siamo, allora non possiamo resistere. Uno dei nostri idoli letterari è John Fante, amiamo in particolare Full of life La confraternita dell’uva. Giochiamo facile aggiungendo tre titoli che speriamo che chi ci legge abbia letto, altrimenti cosa ci fate qui? uscite dal sito e correte in libreria: Glamorama di Bret Easton Ellis, Trilogia della città di K. di Agota Kristof, Cecità di José Saramago. Sul fronte comico, ci viene in mente Il vangelo secondo Biff di Christopher Moore. Poi, qualche titolo italiano: Dalle rovine di Luciano Funetta, Jocelyn uccide ancora dello Sgargabonzi, Il conto dell’ultima cena di Andrea G. Pinketts, Superwoobinda di Aldo Nove, La terra del sacerdote di Paolo Piccirillo, Sirene di Laura Pugno… ma potremmo andare avanti a lungo, anche se ci si lamenta sempre, signora mia, c’è tanta roba di qualità in giro, per fortuna.

Indire questo concorso può essere anche un modo per creare un filo diretto tra gli scrittori e Neo?

Una delle prerogative di essere una piccola casa editrice come Neo è che l’intera redazione può costruire con gli autori un rapporto stretto. E non solo con quelli che abbiamo pubblicato. Ce ne sono alcuni a cui facciamo la corte da anni e che prima o poi convinceremo a passare al lato oscuro (voi sapete chi siete, maledetti); ce ne sono altri con cui sono nate belle amicizie nonostante le proposte che ci hanno fatto non ci abbiano convinto (voi sapete chi siete, e sappiamo che ci amate comunque). Altri ancora non rientrano in nessuno dei due gruppi, ma orbitano intorno alla casa editrice per altre ragioni, che possono essere una sintonia di qualche tipo oppure la genziana artigianale di cui siamo sempre muniti alle fiere. A ogni modo, per come la vediamo noi il rapporto con gli autori è fondamentale: una casa editrice produce libri e prova a venderne il più possibile, certo, ma porta anche avanti una certa idea di letteratura e di editoria, e questo si fa insieme.

Dal bando risulta molto chiaro quanto voi crediate in questo premio e anche quanta fiducia abbiate, a priori, nel libro (o nei libri) che andrete a pubblicare. Mi ha fatto molto piacere leggere che affiancherete al testo premiato un ufficio stampa dedicato. Considerando i costi che questo comporta mi dite che tipo di valutazioni vi hanno portato a questa scelta?

La Speranza Nr. 1 è che il concorso vada bene, cioè che si iscrivano tanti autori, e che la spesa di cui parli (e anche le altre: oltre all’anticipo di 1000€, la serata di premiazione che si terrà a Castel di Sangro, in occasione della quale ospiteremo il vincitore, coprendo le spese di viaggio e di pernottamento) sia autofinanziata dal concorso stesso. 

La Speranza Nr. 2 è di trovare un grande romanzo, un romanzo che forse senza il concorso non avremmo trovato. In questo caso, se anche il concorso dovesse andare male in termini di iscrizioni, ne sarebbe comunque valsa la pena, e saremmo felici di poter proporre a un autore delle condizioni che di solito non ci possiamo permettere.

E poi c’è anche la Speranza Nr. 3, la più recondita: che il concorso vada malissimo, niente iscritti e niente bei libri, decretando la morte dei nostri sogni e della Neo. A quel punto, finalmente liberi, potremmo cambiare mestiere, scegliendone uno in cui saremmo più rilassati e, chi lo sa, forse pure più bravi. 

Sempre nel bando è indicato che la selezione passerà, come è logico, attraverso la redazione di Neo, ma è anche detto che i testi verranno vagliati anche da esperti che ruotano attorno al mondo Neo. Può essere che coinvolgerete vostri autori e autrici che, avendo pubblicato per voi, sanno bene cosa state cercando?

Ovviamente la redazione leggerà e valuterà tutte le proposte. Se saremo in dubbio, se non troveremo un accordo tra di noi (ci massacriamo quasi sempre, su tutto, per tutto: fare gli editori è uno sport violento), ci appoggeremo a un supporto esterno. I nostri autori sono senz’altro una possibilità.

Ecco il link al bando del concorso: bando.

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