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Fulvio Ervas – Piccolo libro di entomologia fantastica

by Gianluigi Bodi

La farfalla Monarca è probabilmente l’essere vivente coinvolto nella più spettacolare delle migrazioni; dal Messico al Canada, il viaggio di questo insetto, dura quattro generazioni. A spingerli a compiere questo tragitto c’è un legame invisibile, un destino insito nel loro DNA.

Parte da qui il romanzo di Fulvio Ervas intitolato “Piccolo libro di entomologia fantastica” e uscito per la casa editrice Bompiani a febbraio del 2021. “Piccolo libro di entomologia fantastica” ruota attorno a due poli che, per motivi anagrafici, si trovano agli opposti. Da una parte c’è il gruppo di Red, Daisy e gli altri; ragazzi appassionati di entomologia che cercano nei meandri delle proprie case di scovare qualche insetto da poter condividere nel gruppo. Dall’altra parte invece c’è Villa Senior con i suoi abitanti che coltivano la terra sotto lo sguardo vigile e sapiente del signor Greenway. Tra i due estremi c’è una spaccatura visibile, non c’è dialogo e, almeno inizialmente, i giovani sembrano non concepire l’esistenza dei vecchi mentre i vecchi li osservano con un vago senso di minaccia. C’è però qualcosa che accumuna questi due gruppi e quel qualcosa può essere individuato nel ciclo vitale delle farfalle. Red, Daisy, Imre, Ebony, sono piccoli bruchi affamati, prendono la vita morsi per nutrirsi, per crescere; mentre gli abitanti di Villa Senior, il burbero signor Boyle, Madame Lamar, il giovane vecchio Syd, sono ormai sul punto di diventare gloriose e stupende farfalle pronte a spiccare il loro ultimo volo. “Chissà. Prima, ai bruchi importa solo nutrirsi. Ma quando diventano farfalle, s’ubriacano volando.” Nella vita di tutti e giorni i ragazzi sembrano non essere parte integrante del mondo che li contiene. Hanno pochi rapporti con gli adulti, rapporti marginali, quasi come se la comunicazione fosse interrotta. La loro forza risiede nel gruppo, nel ritrovo segreto in cui la meraviglia si alimenta dall’osservazione di mosche e formiche. Di nascosto, proprio come alcuni degli insetti che ammirano.Nella Villa Senior invece avviene qualcosa di magico. Gli anziani che l’hanno scelta come rifugio ultimo si riappropriano del proprio tempo e della terra. Coltivano i pochi campi destinati alla verdura che poi viene spedita all’Accademia reale di orticultura che decide quali prodotti della terra devono essere premiati. C’è una sorta di sacralità nella coltivazione, c’è un mondo fatto di rituali che assomigliano alla magia per chi non ne conosce i segreti più intimi. E lì, circondanti dalla natura, in perfetta sintonia con essa, gli anziani aspettano che arrivi il loro momento. “Lo raccontava mio nonno. Non so se sia vero, ma sosteneva che gli indiani, quando diventano troppo vecchi, abbandonano la tribù e cercano un posto solitario dove morire. Qualcuno va nella foresta e si siede sotto un grande albero; qualcuno cerca una caverna per stare al buio; altri salgono in alto, sulle cime delle montagne e guardano le stelle e la luna e poi cantano, insomma si rilassano prima di morire.” Come spesso accade, l’incontro tra due realtà distanti genera valore e dona senso alle cose ed è proprio quello che accade in “Piccolo libro di entomologia fantastica” di Fulvio Ervas.  La bellezza, anche quando svanisce, ci lascia sempre qualcosa da ricordare, proprio come alcuni insetti, dopo la loro morte, si lasciano alle spalle qualcosa di bellissimo da contemplare. A volte si tratta dunque di qualcosa di tangibile, come ad esempio l’esoscheletro della cavalletta, altre invece ciò che rimane non ha nulla a che vedere con il mondo materiale. “Gli adulti ci trattano quasi come se fossimo dei bruchi famelici…” aveva detto Daisy e madame Lamarr l’aveva osservata a lungo cercando di capire da quale profondità la ragazza avesse estratto quella riflessione.“In un certo senso lo siete…”“Se fosse così, voi sareste le farfalle…”“Ed è un paradosso. Giungere alla forma più splendente della propria esistenza e abbandonare il mondo…” È indubbio che la voce usata da Fulvio Ervas in questo suo romanzo ci trasporti in un mondo dalle atmosfere tenui e delicate. “Piccolo libro di entomologia fantastica” è in costante bilico tra fiaba, favola e romanzo proprio per la delicatezza con cui Ervas ha deciso di raccontare questa storia e per quella sensazione che, in fin dei conti, in questo libro si possa trovare una morale, anzi, più di una; una visione del mondo meno caotica in cui la bellezza ha ancora qualcosa da dirci.

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