Percival Everett – Ferito

by Gianluigi Bodi
Percival Everett

Lo so, lo so. Pare che se parli di un libro che non è uscito nell’ultimo mese tu stia commettendo un crimine. Ma a parte il fatto che voi pubblicate troppe cose, troppe cose belle e troppo velocemente, c’è anche il fatto che a volte basta una bancarella a deviare i piani di lettura faticosamente progettati per l’estate.
Ecco quindi che una bancarella e un tascabile a tre euro mi spingo a scrivere di un libro che è uscito qualche anno fa solo per la voglia di farlo e, se possibile, di farvi venire voglia di spulciare altre bancarelle alla ricerca del medesimo titolo.

Il libro è “Ferito” di Percival Everett. L’edizione che ho trovato io è quella tascabile edita da Beat su licenza Nutrimenti. Un’edizione del 2012. La prima edizione Nutrimenti è precedente di qualche anno. In ogni caso quella di Beat è ancora in circolazione per cui non farete fatica a leggerlo, se lo vorrete.

“Ferito” racconta la storia di John Hunt. Un allevatore e addestratore di cavalli che vive nelle lande desolate dell’Highland, Wyoming. Terra brulla, sferzata dal vento e visitata da inverni gelidi, ma terra anche piena di bellezza, per chi la rispetta. John Hunt è nero. E’ costretto a convivere con l’america razzista, con lo sguardo diffidente, con la la terribile tolleranza marchiata di sopportazione. Poi un delitto fa breccia nella sua vita, una serie di eventi si mettono in modo per arrivare ad un’atroce conclusione. Il razzismo all’improvviso sbuca fuori, spinto con forza verso l’alto come l’acqua spinta da un gyser. Non solo intolleranza razziale, una ben più ampia intolleranza che convolge preferenze religiose e sessuale. L’America bigotta, feroce, ignorante colpisce con tutta la forza del suo pugno.

“Ferito” ha dalla sua tante caratteristiche positive. La scrittura di Everett è meravigliosa, narrativa al massimo. Invoglia alla lettura. Le pagine scorrono una dopo l’altra perché perdiamo la cognizione del tempo. I personaggi sono tutti bene delineati, realistici. John Hunt è qualcuno che tutti noi avremmo bisogno di conoscere, anche lo zio Gus è un personaggio memorabile. In fondo lo sono anche i cattivi, perché la loro rozzezza ci resta dentro come un monito.

Se ne avete voglia, se non siete sopraffatti come me dalle continue uscite di libri belli, sappiate che questo libro merita il vostro tempo. Ve lo dico solo per il piacere di dirvelo, di condividere con voi una piccola scoperta personale. La bellezza e l’asprezza di questo libro mi terranno compagnia per molto tempo.


Nato nel 1956 nella base militare di Fort Gordon, in Georgia, dove il padre prestò servizio come sergente prima di diventare dentista, Percival Everett insegna scrittura creativa e letteratura alla University of Southern California. Alla carriera accademica è arrivato dopo una laurea in filosofia a Miami e un percorso irregolare, prima chitarrista jazz, poi addestratore di cavalli e rancher, infine professore di liceo. Sposato con la scrittrice Danzy Senna, nel tempo libero dipinge e pratica la pesca alla mosca, passioni che ama condividere con alcuni dei suoi personaggi. È autore di oltre venti libri tra romanzi, raccolte e saggi, e ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come l’Academy Award in Literature, lo Hurston / Wright Legacy Award, lo Usa Pen Literary Award e, in Italia, il Premio Gregor von Rezzori. Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.

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