Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. 10 cose che ho scoperto sui libri grazie ai social

10 cose che ho scoperto sui libri grazie ai social

by Gianluigi Bodi
10 cose
  1. Ogni nuova uscita è un capolavoro. Al punto che la parola “capolavoro” ha gradualmente perso il significato che aveva. Ogni nuova uscita è un libro imprescindibile. Ve lo dice il traduttore che l’ha tradotto, l’editor che c’ha lavorato, l’addetto stampa, l’editore e pure vostro cugino (che magari in vita sua ha letto un Vespa nel 1989 e ha deciso che la letteratura mondiale non può dare di più). Il lettore che vuole scovare il libro dell’anno deve munirsi di pazienza e usare l’istinto da ragno.
  2. Quando un editore pubblica l’annuncio di un nuovo libro il primo commento varia da un “Wow!” ad un “Mio!”, da un “Lo voglio!” a un “Ommioddiononriescoadaspettare!”. Il punto escalmativo è obbligatorio. Un po’ come una volta succedeva nei forum quando alla riapertura di un Thread c’era sempre l’utente con commentava con “Primo!” e che poi veniva subissato dagli insulti degli altri utenti. Su Facebook a quanto pare questo stile di vita non ha ancora portato all’esplosione di insulti, ma vigileremo.
  3. All’uscita di un libro seguono una serie di recensioni quasi immediate e tutte, immancabilmente positive. Poi, dopo un paio di settimane iniziano a comparire le prime voci contrarie. All’inizio solo semplici commenti non del tutto entusiasti, qualche freddura, magari. Poi si scatena la tempesta e nasce una guerra santa tra detrattori e ammiratori dello scrittore. La guerra è tanto più feroce quanto più è considerato lo scrittore. Se avete venduto cinquanta copie del vostro ultimo libro al massimo scopppieranno un paio di miccette.
  4. Esce un libro e viene fotografato, viene portato a spasso, viene ripreso da mille telefonini, da mille webcam. Esce un libro e partono le citazioni. Stralci di frasi che prese da sole a volte vogliono dire poco o niente, come se mi strappassi un capello e questo potesse dire tutto di me (escludiamo l’analisi del DNA). Ad un certo punto uno inizia a dimenticarsi che, delimitato dalla copertina, c’è un testo letterario, un romanzo, una raccolta di racconti, delle poesie.
  5. Su un libro si può dire tutto e il contrario di tutto. A volte leggendo alcune recensioni mi chiedo cosa sia passato per la testa dell’autore quando si è messo davanti al computer a scrivere al recensione. Il più delle volte il mio primo pensiero è: Oh, mi sa che non ho capito niente.
    Da aggiungere a questo punto c’è il fatto che la maggior parte degli scrittori ha la gentilezza di non venirmi a dire che non ho capito nulla di quello che hanno scritto.
  6. E’ importante fare vedere a tutti che uno ha ricevuto in anteprima un libro. Come se riceverlo uno o due giorni prima degli altri rendesse migliore la lettura. Solitamente i commenti ad una foto di un libro in anteprima vanno dal “Ti odio, che fortuna che hai” al “Sì, carino, ma non mi interessa” che nasconde un rosicamento di medie grandi entità.
  7. Se fai una critica ad un libro la gente dà per assodato che tu stia criticando una persona. Non si riesce a separare la critica oggettiva dalla ripicca. “Parla male del mio libro perché sono gnocca”. No, parlo male del tuo libro perché non mi è piaciuto. “Parla male del mio libro perché è geloso”. No, parlo male del tuo libro perché non mi è piaciuto e sarei geloso se di nome facessi Paul e di cognome Auster (ma anche se ti chiamassi Stephen King probabilmente sarei geloso). P.S Anche se su Senzaudio non mi capita di parlar male dei libri per scelta, in privato ho tutto il diritto di sconsigliare i libri che su Senzaudio non ho recensito.
  8. Per quel che riguarda le recensioni a volte ho l’impressione che il linguaggio utilizzato si stia svalutando. Lentamente alcune parole stanno perdendo la capacità di veicolare significato. “Importante”, “Imprescindibile”, “Necessario”, “Potente”, “Capolavoro”, sono tutti termini che ormai sono diventati di uso così diffuso da non avere quasi più, appunto, importanza.
  9. Come scritto in precedenza la maggior parte delle recensioni che circola attorno ad un libro è, ovviamente, positiva. E’ giusto che sia così qualora il libro lo meriti. Mi è capitato di rado di veder condivisa da una casa editrice una recensione negativa e quelle poche volte che mi è capitato di vederlo fare ho trovato la cosa molto intelligente. E’ giusto che il possibile lettore si faccia un’idea e ascolti più voci che riescano ad argomentare le proprie opinioni. Ho comprato libri anche grazie a recensioni negative. L’unico appunto che si può fare agli autori di recensioni negative è che spesso tendono a voler fare i personaggi e si capisce che la recensione è solo un pretesto per mettersi in mostra. Il recensore supera in importanza il libro. Capita anche con quelli che non stroncano.
  10. A volte c’è talmente tanto rumore attorno ad un libro che passa la voglia di leggerlo. Si inizia con l’hype mesi prima della pubblicazione, si passa attraverso al battaglione di recensioni positive, alla tempesta di recensioni negative e dopo aver assistito alla guerra di opinioni uno ne ha le scatole talmente piene da passare oltre.

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