Era dai tempi di “Open” di Agassi che non leggevo un’autobiografia di un personaggio ancora in vita. E devo dire che il motivo principale che mi ha spinto a leggerla ha a che fare con il fatto che Oliver Stone ha diretto uno dei miei film preferiti, un film che mi sono riguardato per l’ennesima volta giusto un paio di giorni fa: JFK.
Mettere JFK nella lista dei può dire molto o molto poco dei miei gusti in fatto di cinema, ma poco importa. Lo stimolo è stato positivo, la lettura è stata gratificante e posso dire che sono molto contento di aver letto “Cercando la luce” di Oliver Stone che in Italia arriva grazie al lavoro de “La Nave di Teseo.
Il punto principale è, secondo me uno, scoprirete molto sui film diretti da Oliver Stone, ma non lo scoprirete quasi mai quando lui nel parla direttamente, bensì, vi accorgerete che i punti in cui parla di se stesso e della società in cui ha vissuto durante il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, sono i più significativi per comprendere il regista. Certo, i passaggi che riguardano i mesi passati nel Vietnam sono evidentemente importanti se messi in relazione con “Platoon”, ma lo sono anche i momenti in cui parla dell’assunzione di droghe, del girovagare per le strade senza una meta pensando di essere un estraneo isolato da tutti e anche quando parla dei suoi rapporti con Najwa, la prima moglie.
Oliver Stone parla di sé e lo fa in un modo coinvolgente, ma soprattutto il suo tono non è mai auto assolutorio. Quando parla delle operazioni in Vietnam e accenna alle morti che ha causato, lo stile diventa essenziale, quasi replicasse un libro di storia. Non si autoaccusa e non si assolve, si limita, con molta semplicità, a raccontare i fatti e, proprio come capita nei film, sta a noi giudicare se ciò che abbiamo letto è una storia sensata oppure non lo è.
Quando Oliver Stone ha presentato il primo cortometraggio di 11 minuti a Martin Scorsese, questo non ha trovato altro modo per commentare la visione appena terminata che esordire con: abbiamo un regista.
E noi, leggendo queste pagine, non possiamo non pensare a ciò che Scorsese ha detto in quel frangente, spiegando che dietro a quegli 11 minuti c’era una storia, una storia che il regista aveva vissuto e che stava vivendo anche mentre la girava, c’era un messaggio da dare. Anche “Cercando la luce” ci lascia con uno, anzi, molti messaggi. Credo che il più importante di tutti sia quello di essere determinati nel perseguire i propri sogni, anche nei momenti in cui non sono ancora ben chiari, essere lì, pronti a coglierli e poi portarseli a casa.
Oliver Stone può piacere o non piacere come regista, questione di gusti. Dopo parecchi anni devo ancora capire se “Ogni maledetta domenica” mi sia piaciuto o meno, ma una cosa è certa, è un regista che sa esattamente cosa vuole ottenere e, questa caratteristica è mantenuta anche nella sua autobiografia. Nel bene e nel male “Cercando la luce” è Oliver Stone.
Lo è sia quando parla dei film che ha diretto, compresi quelli che possono essere reputati fallimenti e lo è sia quanto parla di sé, del rapporto con i genitori, la madre francese e il padre americano, una miscela esplosiva che non ha retto. Lo è quando distilla e dissemina indizi durante tutto il testo e lo è anche quando è diretto e secco nel dare opinioni su se stesso e sui colleghi.
“Cercando la luce” di Oliver Stone è un’ottima autobiografia, un’autobiografia in qui il soggetto analizzato non si nasconde mai, forse spinto da un ego smisurato. Una lettura adatta a tutti gli appassionati di cinema, ma non solo, perché “Cercando la luce” si legge quasi come un romanzo.
La traduzione di Carlo Prosperi mi ha fatto dimenticare che in realtà stavo leggendo un libro scritto in un’altra lingua.
Oliver Stone, regista, sceneggiatore e produttore, è uno dei più grandi cineasti contemporanei. Nato da padre americano e madre francese, ha lavorato come insegnante, tassista, è stato imbarcato su navi mercantili e ha combattuto in Vietnam. Ha completato gli studi alla New York University Film School, dove ha studiato con Martin Scorsese. Dopo il debutto nel 1973 con Seizure, ha realizzato, come regista e sceneggiatore, più di 50 film, tra cui Fuga di mezzanotte, Scarface, Salvador, Platoon, Wall Street, Nato il quattro luglio, JFK. Un caso ancora aperto, Gli intrighi del potere – Nixon, World Trade Center, Snowden. Ha vinto tre premi Oscar e cinque Golden Globe