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Nuovo cinema paradiso: quando il cinema diventa più di una passione

by senzaudio

Nuovo cinema paradisoLa prima volta che vidi “Nuovo cinema Paradiso” fu circa tre anni fa: in poche ore, un noioso pomeriggio d’estate si rivelò una sensazionale scoperta cinematografica, per me che  non sono mai stata una cinefila. Questo film si è immediatamente aggiunto al gruppo di quei pochi film che devo necessariamente vedere una volta al mese o giù di lì.

Cos’ha di così tanto speciale questo film? Più che di singoli elementi, in questi casi si parla della perfetta totalità che compone questa perla del cinema: prima di tutto un regista e sceneggiatore come Giuseppe Tornatore, il quale, pur essendo al suo secondo film (prima di esso aveva scritto e diretto solo “Il camorrista”, nel 1986), ha già consacrato il suo talento; poi una straordinaria colonna sonora, ad opera del leggendario Ennio Morricone, già autore di numerose colonne sonore dei più celebri western italiani; inoltre la presenza di attori noti e dotati di un talento sopraffino, come Philippe Noiret, Pupella Maggio e Leo Gullotta. Dall’insieme di tutti questi elementi non può che venir fuori una pellicola di prim’ordine, che senz’altro molti di voi avranno amato e su cui moltissimi di voi (per non dire tutti) avranno versato qualche lacrima.

La struttura della trama è per la verità assai semplice: in un immaginario paesino alle porte di Palermo, Giancaldo, l’unico divertimento è il cinema Paradiso: qui l’operatore Alfredo, un uomo rude ma dall’animo gentile, trasmette dalla sua solitaria cabina quelle che, nel corso degli anni, sarebbero diventate pellicole di successo; pellicole che, prima di essere riprodotte, devono essere necessariamente visualizzate da padre Adelfio, il quale, con la sua campanella, censura tutte le scene dei baci (siamo solo negli anni Quaranta!). Nonostante le censure, spesso eccessive, tutti accorrono al cinema, adulti e bambini, affascinati dal mondo dietro lo schermo, così lontano dalla realtà di Giancaldo. E tra i bambini ve n’è uno ancora più appassionato degli altri, Salvatore detto Totò, il quale cerca di fare amicizia con Alfredo per poter accedere alla cabina in cui lavora l’uomo. Dopo l’ennesimo rifiuto, l’occasione si presenta agli esami di licenza elementare: Alfredo chiede aiuto a Totò, ma lo scaltro bambino gli propone un accordo, ovvero le risposte dell’esame in cambio del permesso di andare a trovarlo in cabina. Alfredo accetta, ed è così che i due, nonkstante la differenza d’età, diventeranno amici, e Totò imparerà un mestiere che gli permetterà di vivere al meglio la sua passione. Sfortunatamente un incendio distrugge completamente il cinema, ma non tutto è perduto: Spaccafico, il milionario del paese, si offre di ricostruire il cinema (che diventa appunto “Nuovo cinema Paradiso”), ma stavolta sarà Totò ad occuparsi della cabina, in quanto Alfredo ha perso la vista a causa dell’incendio.

Gli anni passano, Totò diventa grande. Innamoratosi di una ragazza benestante, Elena, vivrà con lei una struggente storia d’amore, che terminerà tristemente col trasferimento della ragazza. È qui che Alfredo aprirà gli occhi al ragazzo, con una sola parola: “Vattìnne!”. L’uomo suggerisce a Totò di tornare a Roma, dove il ragazzo aveva prestato il servizio militare, e di lasciare per sempre questa “terra maligna” dov’è cresciuto. Totò parte e non torna più a Giancaldo. Passano più di trent’anni: Totò è ormai un regista affermato, ma non è  certo un uomo felice, in quanto non ha più conosciuto il vero amore. Una notte, tutto cambierà. Dopo aver appreso la notizia della morte di Alfredo, sarà proprio quella notte in cui tutti i ricordi gli torneranno alla mente, e riconoscerà che è arrivato il momento di riscontrarsi col passato. Ma del passato di Giancaldo non sono rimasti che i suoi vecchi amici, ormai invecchiati, e il cinema dov’è cresciuto, ormai in disuso da anni e pronto per essere demolito. In questo viaggio di ritorno a casa, Totò capirà quanto sia stata importante la sua amicizia con Alfredo, poiché, nonostante la distanza degli ultimi anni, quest’ultimo non l’ha mai dimenticato, e ciò verrà dimostrato nell’ultimo regalo che lascerà allo stesso Totò, a cui ha voluto bene come un figlio.

La storia dell’amicizia tra Totò e Alfredo va di pari passo con la storia del cinema dagli anni Quaranta agli anni Sessanta. Diverse le pellicole presenti nel film: per citarvene alcune, “I vitelloni”, “Anna” e “Ulisse”. Tuttavia l’aspetto più sensazionale dell’intero film è proprio il modo in cui i sentimenti vengono vissuti da parte dei protagonisti, accompagnati, come detto sopra, dalle musiche di Ennio Morricone. Impossibile non restarne commossi neanche un po’. Pertanto “Nuovo cinema Paradiso” è certamente un film che segna l’anima, un film di cui restano impresse nella memoria diverse frasi (come una frase detta da Alfredo dopo l’incendio: “Adesso che sono diventato cieco ci vedo di più”), un film da riguardare più e più volte, provando ogni volta le stesse, incredibilmente forti emozioni.

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