Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Michele Cocchi – La casa dei bambini

Il fatto che avessi già letto il precente romanzo di Michele Cocchi (La cosa giusta, Effigi 2016) mi aveva messo sulla buona strada. Più o meno sapevo cosa era in grado di fare questo autore. Una fortissima vena di introspezione, una capacità ben sviluppata nel delineare la psicologia dei personaggi e un ottimo senso della storia.
Però alla fine de “La casa dei bambini” mi sono commosso e questo non mi capita molto spesso quando leggo. Mia moglie mi ha visto con gli occhi lucidi e mi ha chiesto cosa avessi e io le ho risposto: ho appena finito un libro che mi mancherà.
La casa dei bambini” è un romanzo diviso in tre parti. Nella prima parte facciamo la conoscenza con un gruppo di bambini, presumibilmente tutti orfani anche se non sempre è chiaro per quale motivo lo siano. Sono tenuti all’interno di questa casa anche contro la loro volontà. Non possono uscire, non sanno quello che sta succedendo fuori dalle mura che li tengono prigionieri o che forse li proteggono. Nuto, Viola, Giole, Sandro e tanti altri, oltre alle mamme della casa, al direttore e al custode.
Stacco temporale.
La seconda parte è ambientata fuori. In una città ferita e in mezzo ai boschi. Alcuni dei bambini sono diventati grandi e si trovano su parti opposte della barricata. Si lotta per qualcosa. Si comprende il vero significato della casa e delle persone che la gestivano. Si capisce il presente che viviamo anche noi quotidianamente.
Stacco temporale.
Qualcuno diventa adulto. Si lascia alle spalle l’infanzia e l’adolescenza. Qualcuno cerca di regalare amore e felicità agli altri, bambini compresi. Come se dalle proprie origini cercasse di trarre un insegnamento. Ma la morte è vicina e gli fa percorrere il percorso a ritroso. Due dei personaggi principali (di cui non farò di proposito il nome) si ritrovano alla casa.
Il tempo, ma non solo quello, è stato inclemente. Il panorama ora è chiaro per tutti. Nulla è cambiato anche se per cambiare la terra è stata messa a fuoco.

Se vogliamo quella raccontata da Michele Cocchi è una storia circolare. Ci lascia dove ci aveva trovati, almeno come ambientazione. Ma il giro che è stato compiuto ci lascia più stanchi, consapevoli che nulla è cambiato, nonostante i grandi sacrifici.
“La casa dei bambini” è un libro che mi ha colpito emotivamente, che ho letto con enorme piacere che che consiglierò a tutti quelli che vorranno starmi a sentire. E’ scritto molto bene, con un equilibrio costante. I personaggi sono sviluppati con cura e ci si affeziona ad ognuno di loro, anche ai meno coinvolti nella trama.
E’ probabile che questo sia uno di quei libri che non rileggerò mai per non rovinarmi il ricordo che la lettura ha maturato in me. E’ forse il complimento migliore che possa fare di un libro.
Mi auguro sinceramente che questo libro abbia la fortuna che merita.


Michele Cocchi (1979) è nato a Pistoia, dove vive e lavora come psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza. I suoi racconti sono apparsi su numerose riviste («Graphie», «Il primo amore», «Nazione Indiana), e su antologie (Padre, Elliot Edizioni, 2009). Con uno di essi ha vinto il premio della giuria all’edizione 2010 del festival letterario Esor-dire. Sempre nel 2010 ha pubblicato la raccolta Tutto sarebbe tornato a posto (Elliot Edizioni), finalista del libro dell’anno di Fahrenheit. Il suo primo romanzo è La cosa giusta (Effigi).

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