Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Elias Canetti – Il libro contro la morte

Elias Canetti – Il libro contro la morte

by Nicola Vacca

Il libro contro la morte è un’ossessione per Elias Canetti. Il libro più importante della sua vita che si portò sempre dentro ma che non mise mai in ordine.

Appunti  e annotazioni scritti consumando un grande numero di matite in cui il grande scrittore intraprende un dialogo non solo filosofico con il concetto e l’esperienza della morte.

Adelphi pubblica Il libro contro la morte (A cura di Ada  Vigliani, traduzioni di Renata Colorni, Giberto Forti, Furio Jesi, Andreina Lavagetto, Ada Vigliani).

Finalmente possiamo leggere questo grande libro incompiuto di Elias Canetti, il suo libro per antonomasia, come amava definirlo lui stesso, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a scriverlo tutto d’un fiato.

Ma Canetti lo ha scritto per una vita intera senza dare un ‘ordine sistemico ai suoi pensieri.

Lo scrittore come in una partita a scacchi sfida per quattrocento pagine la morte con la scrittura la guarda in faccia e sui taccuini annota invettive, aforismi e paradossi fedele sempre al suo pensare per frammenti.

Canetti si rivolge alla morte come strumento del potere che non può smettere all’improvviso.

È il 1942 quando inizia a scrivere il suo libro – ossessione  che lo accompagnerà fino alla fine. Infatti gli ultimi appunti di questo libro incompiuto sono datati 1994, l’anno della morte di Canetti.

Scrive nel 1951: « Ti chiedono sempre cosa vuol dire quando insulti la morte.Vorrebbero da te quelle speranze da poco che vengono dipanate dalle religioni fino alla nausea. Ma io non ne so niente. Non ho niente da dirne. Il mio carattere e il mio orgoglio consistono in questo: che finora non ho mai lusingato la morte».

Canetti scrive per tentare di sconfiggere la morte, per esorcizzare in vita tutto il male di questo inevitabile angelo sterminatore con la consapevolezza che «si muore troppo facilmente. Dovrebbe essere molto più difficile morire».

Il libro contro la morte per Canetti rappresenta quello che per Cioran sono stati i Quaderni: una maniera per rimanere ancorato alla pratica quotidiana e scongiurare lo spettro dell’impotenza.

Annotare ogni cosa, ossessivamente, per cercare un’uscita di sicurezza, per restare ancorato alle parole anche quando ne sentiva il peso e l’orrore attraverso la morte.

«Tutto ha il suo tempo. Non la morte: quella non ha tempo» scrive Elias Canetti nel 1984.

Questo, forse, è uno dei motivi per cui decise di scrivere per una vita intera  contro la morte il libro che solo la morte avrebbe interrotto.

 

 

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