Sei triste? Deluso? Abbattuto? Per riprendersi basta poco: ascoltare musica strappalacrime, vedere film che richiedono uso frequente di fazzolettini, leggere libri in cui il finale non è lieto. Insomma, fate qualcosa che rispecchia il vostro stato d’animo, piangete senza ritegno, sgorgate lacrimucce per scacciare la tristezza.
Uno studio, si mormora, che non è stato accolto con favore dalla Nutella. Siamo cresciuti nella convinzione che i dolci ci avrebbero risollevato il morale, quando l’unica certezza è che prima aumenta il giro vita, poi il senso di colpa per essere caduti nella tentazione di consolarsi con cioccolato e derivati. Ecco quindi che alla tristezza originaria si passa a un altro sentimento. Chiodo schiaccia chiodo. Sì, ma ora cosa bisogna fare? A furia di essere un po’ triste, aumenta la panza, quindi bisogna fare del moto, un po’ di attività fisica. C’è la bella stagione, facciamo una corsetta, così brucio un po’ di calorie. E poi, mentre si corre, si sta bene: corpo e mente sono in sintonia, si fa fatica, si suda, la testa è concentrata sui “rumorini” interni, ma si sta bene. Perché? L’attività fisica, come lo yoga, aumenta la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che regola il nostro umore: più ce ne è nel nostro corpo, meglio stiamo.
Morale della favola? I polpettoni tristi fanno scattare la lacrimuccia, ma non fanno stare bene. Alzarsi dalla poltrona, dal divano, muoversi fa solo bene- Non è la ricetta della felicità, quella la si insegue per tutta la vita e la si vive per pochi attimi, ma uno stimolo per la serenità.