Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. L’uomo di Schrödinger – Giovanni Marchese

L’uomo di Schrödinger – Giovanni Marchese

by Gianluigi Bodi

La prima parola che userei per descrivere “L’uomo di Schrödinger” di Giovanni Marchese è: disturbante.
Infatti l’ho letto con un perenne stato di nausea e qualche dolorino alla bocca dello stomaco, come se tutta la tensione accumulata finisse in un punto ben preciso. Ad un certo punto contavo le pagine che mi restavano per arrivare alla fine. Avevo bisogno di una fine.
Ed è una cosa bellissima. Insomma, diciamocelo, quanti libri leggete all’anno che passano via inosservati, che non vi lasciano nulla addosso? Questo libro invece vi obbligherà a finirlo per arrivare a sciogliere quel nodo allo stomaco.

Un uomo si risveglia e non ricorda chi è, ha la testa fasciata, degli abiti che non sono i suoi, dei documenti di un asiatico che evidentemente non sono i suoi. Dal momento del risveglio la sua  unica certezza è che deve capire come mai è conciato così e soprattutto quale è la sua storia. Attraverso un percorso ad ostacoli fatto di attori di cinema porno, sette religiose, fantasmi, rettiliani, bambini tutti uguali con gli occhi azzurri e i capelli biondi e flashback di un efferato omicidio, la strada del nostro uomo si fa sempre più difficile. Aggiungete al tutto dei costanti attacchi di narcolessia dovuti alla ferita in testa che lo fanno sprofondare in un sonno pieno di incubi.

Ne “L’uomo di Schrödinger” la realtà e l’incubo si rincorrono l’un l’altra, non ci è mai dato di sapere fino in fondo se quello che sta succedendo è reale oppure se si tratta del parto di un’immaginazione scombussolata. Tutto ciò porta ad una fine per certi versi drammatica che potrebbbe o no essere ciò che si merita il protagonista. La scrittura ricalca perfettamente la necessità di mantenere delle zone d’ombra irraggiungibili. Lo stile non è mai sopra le righe, Marchese pare raccontare la verità anche quando è evidente che si tratta di cose irrelizzabili (sto pensando alla scena a casa delle due donne rettiliane). Avevo iniziato le prime pagine del libro con l’idea di darci solo un’occhiata, di metterlo poi in fondo alla pila dei libri da leggere, ma non ci sono riuscito. Dovevo sapere.

Non so quali siano i padri putativi di Giovanni Marchese, il suo è un tipo di letteratura che ammetto candidamente di non frequentare spesso. Sono certo che leggendolo vi renderete conto da soli delle influenze dello scrittore, ma sono altrettanto certo che il libro vi piacerà per come è stato scritto.

E’ diventata una piacevole consuetudine quella di leggere i libri della casa editrice Verbavolant. Nel 2014, una delle sorprese fu proprio un loro libro “La quarta persona più importante” di Franceschini. Nel 2015 continuo ad aspettarmi grandi cose, soprattutto considerando il lavoro che fanno anche nella letteratura per l’infanzia. I loro “libri da parati” sono una cosa deliziosa.

Giovanni Marchese è nato a Catania nel 1976.
Alcuni suoi racconti sono apparsi sulle riviste Nuova Prosa, Alibi, DoppioZero, Verde, L’Inquieto, MareNero e in antologie quali Storytellers e La Semana Negra di Gijon.
Autore del saggio Leggere Hugo Pratt (2006), ha anche scritto soggetto e sceneggiatura dei graphic novel Ti sto cercando (2008), Nessun ricordo (2009) e Invito al massacro (2012), pubblicati da Tunué, e di alcuni fumetti brevi apparsi su varie raccolte.
Dal 2010 cura Nerdelite, blog dedicato al fumetto e alla letteratura:
http://nerd-elite.blogspot.it/

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