Paratesto:
C’è molto di più in questo libro di quanto il libro stesso vi dica, di quando Emidio Clementi vi dica. Eppure, un indizio, ve lo concede anche al copertina. Il cielo nuvoloso e grigio, come una coltre scura compre qualcosa di parzialmente visibile. Non tutto quello che è presente si svela a voi. Eppure, Emidio stesso ve lo dice, lo cita spesso. Questa storia qui, quella che avete tra le mani, è anche la storia di Emanuel Carnevali. Un ragazzo di una sensibilità strabiliante, poeta, scrittore, morto prematuramente in un’epoca lontano da noi.

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Emanuel Carnevali

Testo:
Ad un certo punto della tua vita, è ovvio che le cose non stanno andando per il verso giusto, c’è pure la sensazione che non ci sia un verso giusto, che qualsiasi direzione sia sbagliata. Ad un certo punto delle tua vita sei adolescente, sei in quella fase in cui ogni cosa è “sbagliata” oppure, lo “sbagliato” sei tu. Ad un certo punto della tua vita il cliente del ristorante Greco dove lavori ti regala un libro: tieni, questo libro parla di uno come te.
Il te in questione è Emidio Clementi. Molti di voi lo conosceranno come il leader dei Massimo Volume. Voi, forse. Perché io, negli anni in cui nascevano i Massimo Volume, rivolgevo le mie orecchie e la mia adolescenza verso gli Smahing Pumpkins, I Pearl Jam, i Red Hot Chili Peppers. Insomma, tanto esterofilo ero allora per la musica, tanto nazionalista sono ora per la letteratura. Questo per dire che leggere “L’ultimo dio” è stata un’esperienza pura e cristallina, non caricata di sovrastrutture dovute ad una conoscenza pregressa di Emidio Clementi in altri ambiti artistici. Ho letto questo libro come se fosse un libro di finzione, come se il narratore raccontasse una semplice storia, come se Emidio Clementi si fosse inventato un personaggio di nome Emidio Clementi e vi avesse infuso vita rendendolo vero.
Ed è una storia che mi è piaciuta. Mi è piaciuta a vari livelli. In primo luogo mi è piaciuta la facilità di scrittura di Clementi, quella capacità di raccontare il disagio urbano. Leggendo riuscivo a percepire la desolazione di certi luoghi, il freddo pungente Svedese, il caos dell’anima di un ragazzo che non capisce, il redersi conto che crescere significa prendere una strada concreta che non tutti riescono a percorrere.
In secondo luogo mi è piaciuto il fatto che, in fin dei conti, pur con tutto il carico di autobiografia, quella di Clementi è una storia di disagio universale. Un disagio insito in una particolare età dell’essere umano, che molto spesso viene superato e altre volte rimane incollato a noi per sempre.
Mi piace pensare che le generazioni future di adolescenti in piena tempesta riescano a trovare un po’ di compagnia leggendo la storia di qualcuno che ha attraversato quella tempesta, magari con qualche acciacco, ma fondentalmente vivo.
L’ultima cosa che vorrei dire e che mi ha fatto amare questo libro è il rapporto a distanza che si instaura con Emanuel Carnevali. Carnevali è l’autore di quel libro che viene regalato a Clementi nella cucina del ristorante Greco. “Il primo Dio” diventa quasi un’ossessione per Clementi. I rimandi tra l’ultimo e il primo dio sono continui e io credo che per apprezzare fino in fondo il libro di Clementi sia necessario leggersi anche quello di Carnevali. Cosa che ammetto di aver fatto.

Coordinate:

Per trovare “L’ultimo Dio” bisogna pescare un po’ a ritroso (ma non troppo) nel catalogo Playground Libri. Nel senso che non dovete fermarmi all’ultima uscita, ma guardare un po’ oltre. Niente di male, anzi, dopo aver letto ed amato gli ultimi nati di questa casa editrice la curiosita di stabilire se la qualità dei loro libri fosse costante o se mi fossi imbattuto in due buoni colpi mi ha fatto cercare anche più in profondità senza esserne deluso. “L’ultimo dio” è un libro davvero apprezzabile e va ringrazata Playgound per averlo riportato in vita e aver permesso a nuove generazioni di leggerlo.

emidio clementi

Emidio Clementi (1967)
Scrittore e musicista, fondatore e voce del gruppo musicale Massimo Volume. Come scrittore ha esordito con la raccolta di racconti Gara di resistenza (Gamberetti, 1997), a cui hanno fatto seguito i romanzi: Il tempo di prima (Derive/approdi, 2000); La notte del Fratello (Fazi, 2001); L’ultimo dio (Fazi, 2004) e Matilde e i suoi tre padri (Rizzoli, 2009). Nel 2012 per Playground ha pubblicato la raccolta di racconti, La ragione delle mani.

Le illustraziono nel libro sono di Andrea Bruno. Credo che questi stacchi visivi siano un valore aggiunto che arrichisce la narrazione e permette al lettore di entrare ancora più nel profondo del libro.

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