Libri e alcol, Top 5 + 1 del 2015

by senzaudio

Gianluigi Bodi mi aveva chiesto un pezzo sui migliori libri letti quest’anno, non avevo idea da dove iniziare e non avevo voglia di farlo. Pensavo a qualcosa che mi allontanasse dalle classifiche banali, quegli elenchi che sembrano liste della spesa . Mi ero svaccato sulla poltrona del salotto con la speranza che mi venisse un’idea brillante e avevo incominciato a bere, circondato dai libri letti quest’anno. Era una bottiglia di whiskey da quattro soldi, dannosa per il fisico ma non per quello che era il mio scopo, ubriacarmi il prima possibile e poi risvegliarmi il giorno successivo col mal di testa e magari una brillante trovata. Mentre ero avviato per direttissima verso l’ambita meta ecco che ho avuto un’illuminazione, quella che gli alcolisti chiamano momento di lucidità. L’idea di accostare ai miei cinque libri che ho amato di più quest’anno una bevanda alcolica, come fanno gli esperti sommelier con vino e cibo. Non sono per forza i migliori cinque letti, o forse sì, non lo so. So solo che sono solo quelli che per una ragione o per un’altra mi hanno colpito e per cui vale la pena berci qualcosa assieme:

1. Puttane assassine, Roberto Bolaño (Adelphi). Da leggere bevendo un Pisco Sour alla cilena ovviamente. Il pisco è un distillato d’uva. Come il libro questo cocktail si beve in fretta, scorre con facilità in gola senza fartene rendere conto, ha un retrogusto dolciastro e asprigno che però ti ubriaca facilmente e solo dopo un po’ che te ne bevi qualche bicchiere ti rendi conto di esserlo. Recensione
2. Una Specie di paradiso, Fabio Guarnaccia (Laurana). Da leggere bevendo un Cosmopolitan. Un cocktail a base di Vodka, Contreau,succo di lime e mirtillo che mischia sapori diversi, provenienti da diverse parti del mondo che formano insieme qualcosa di colorato. Così come la Milano multietnica narrata nel libro di Guarnaccia. Recensione
3. Tutto potrebbe andare molto peggio, Richard Ford (Feltrinelli). Da leggere bevendo un Cocktail Champagne, composto ovviamente da champagne e Brandy. Un drink elegante e frizzante, che si beve gustandosi il sapore del brandy che emerge tra le bollicine dello champagne. Come la scrittura di Ford, elegante ma con un sapore deciso. Recensione
4. L’avvocato canaglia, John Grisham (Mondadori). Da leggere bevendo un Long Island. Cocktail composto da vodka, rum bianco, cointreau e gin più coca-cola. Un drink che nasce durante il proibizionismo americano, così si riusciva a contrabbandare l’alcool come se fosse infuso di the, infatti hanno l’aspetto molto simile. Un cocktail che come il libro è forte, ubriaca in fretta ma si beve con piacere. E che in passato è riuscito a fregare la legge, come il protagonista del romanzo. Recensione.
5. I ragazzi selvaggi, William S. Burroughs (Adelphi). Da leggere bevendo un Bloody Mary. Un drink che ha all’interno vodka, succo di pomodoro e spezie piccanti come il tabasco. Un cocktail dai mille sapori differenti che però riescono ad amalgamarsi bene e lasciano in bocca un sapore unico. Come la scrittura di Burroughs, un’esperienza unica, non semplice ma che sa regalare sfumature uniche. Recensione
Fuori da questo elenco, per chi non ama i cocktail e li considera una futile perdita di tempo ma preferisce bersi una birra doppio malto, magari rossa,sorseggiata in un pub in compagnia di amici e amiche, c’è il libro di Michele Dalai, Onora il babbuino (Feltrinelli). Un libro fresco, frizzante il giusto che ci fa divertire con intelligenza. Recensione

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