I personaggi di Richard Ford si muovono nella nostra realtà, quella che conosciamo alla perfezione, ma riescono a trasportarci con loro all’interno di un viaggio intimo, dove gli occhi del protagonista diventano le lenti con cui guardare e mettere a fuoco quello che l’autore vuole farci vedere dandoci, però, l’illusione di essere noi a scegliere di farlo.
Tutto potrebbe andare molto peggio (Feltrinelli) è narrato in prima persona, il protagonista è Frank Bascombe, un sessantottenne che ha alle spalle una vita intensa sia dal punto di vista lavorativo che sentimentale. Ha cambiato casa tante volte, ha costruito la sua carriera tra vendita di case e giornalismo sportivo e si è spostato due volte, i suoi figli vivono lontano e ormai ha deciso di vivere l’autunno della sua vita nella cittadina di Haddam. Ma la vita è imprevedibile e a volte sa prenderti a schiaffi per farti svegliare dal torpore della normalità. Questo scossone arriva dalla natura, è l’uragano Sandy che un giorno d’autunno si abbatte sulla costa del New Jersey trasformando tutto in macerie che rispecchiano i cocci da ricomporre dell’animo del protagonista. Frank Bascombe si muove con calma lungo quattro racconti che si intrecciano tra di loro, con alcuni personaggi con cui il protagonista dovrà fare i conti, ma li dovrà fare soprattutto con se stesso. E i luoghi principali dove la narrazione diventa intima sono le case: distrutte, di lusso, di cura, decadenti. Abitazioni di cui non rimane nulla se non il ricordo di quello che erano, luoghi che accolgono persone a cui Frank è legato emotivamente come la sua prima moglie, Ann, malata di Parkinson o che nascondono segreti e persino case che si stanno lentamente sgretolando e che tra un po’ non esisteranno più. E i luoghi diventano persone e stati d’animo che Ford riesce a raccontarci facendoci capire il suo pensiero senza la necessità di doverlo spiegare esplicitamente. Frank Bascombe torna dopo “Sportswriter”, “Il giorno dell’Indipendenza” e “Lo stato delle cose” per cambiare l’ottica dei suoi ricordi e a farli vedere sotto una nuove luce anche a noi.
La traduzione è di Vincenzo Mantovani.
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