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Il paradosso di un ‘Gazebo’ in salsa pallonara

by senzaudio

Il circo mediatico. Quello sommerso, quello che non si vede. D’altronde, davanti al televisore si riesce a vedere solo una minima parte di quello che accade: il microfono, l’intervistatore, l’intervistato e alle loro spalle immagini di contorno.

Parto da questo spunto e prendo come esempio la trasmissione di Raitre “Gazebo”, che ogni domenica sera propone una visione alternativa dei fatti che riguardano la politica italiana. Tutto quello che “non” è notizia, ma che è di “contorno” a quest’ultima: che possa essere un dettaglio dell’ambientazione (l’episodio dei panini all’incontro di Grillo con i suoi parlamentari è da rivedere al più presto), oppure un commento da parte dei presenti come Marzio Brega, illustre quirinalista del CorSera, nei confronti di Vito Crimi del M5S (anch’esso da rivedere).

Mettendo da parte questi temi politici, mi era venuta in mente l’idea di un “Gazebo” in salsa pallonara. L’ultimo weekend ha messo in mostra in ordine: polemiche, errori arbitrali, ‘vaffa’ rivolti più o meno a chiunque. Non il meglio, insomma. Senza scomodare paragoni con altri modelli di calcio, perchè se si guarda sempre agli altri si finisce per dimenticare i problemi che ci sono all’interno, tanto per dirne uno, i cori razzisti e beceri dei quale faremmo volentieri a meno.

Dicevo, un “Gazebo” calcistico, una provocazione. Qualcosa sui retroscena della Serie A: dai giocatori agli allenatori, dai dirigenti ai semplici tifosi. “Mai dire Gol”, con gli errori dei giornalisti, ci provava. Ma erano altri tempi, era un altro calcio. Più vado avanti, però, e più mi accorgo che il “Gazebo” esiste già: abbiamo le telecamere negli spogliatoi che ci fanno vedere i giocatori mentre si preparano, abbiamo le esigenze televisive ed i lunch-match, il week-end lungo che inizia il venerdì e finisce al lunedì, senza dimenticare le odiose dietrologie del “campionato venduto” e degli “arbitri complottisti” che peraltro non mi sono mai piaciute.

A quel punto, cosa resterebbe? Il “Gazebo” calcistico metterebbe in mostra il “contorno”: tra polemiche, errori arbitrali, i ‘vaffa’ dei giocatori (e certe volte anche dei presidenti) spunterebbero i gol. Semplicemente i gol. L’essenza del calcio, il gesto più importante, classificato come evento secondario rispetto al gesto eclatante che fa più notizia ma che, sportivamente, non ha senso d’esistere. Da anni c’è qualcosa che non va nel circo mediatico del pallone, ce ne siamo accorti tutti ma nessuno muove un dito. La fine del tunnel, o del “Gazebo” pallonaro, è ancora lontana.

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