Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. I cento passi (sbagliati) di Buffon

I cento passi (sbagliati) di Buffon

by senzaudio

buffonGigi Buffon ha compiuto un centinaio di passi sotto la curva Nord dell’Olimpico di Roma al termine di Lazio-Juventus. Cento. Bel gesto fatto nel momento sbagliato. Cento passi non sono nulla per un’icona come lui. Un simbolo che anche gli ultrà avversari riconoscono e rispettano. Avrebbe potuto farli prima quei cento passi.Avrebbe potuto farli al primo ululato rivolto da quella stessa curva ai suoi compagni di colore. Oppure al secondo. O al terzo. Sfregi alla convivenza civile vomitati da quella stessa curva alle sue spalle. Oppure avrebbe potuto moltiplicarli, attraversare il campo e andare a chiedere rispetto per Asamoah e Pogba quando i cori si sono ripetuti nel secondo tempo.

Non ha fatto né l’una né l’altra cosa. I cento passi li ha percorsi a fine partita per andare a rendere omaggio alla curva della Lazio. Quei beceri ululati e cori non poteva non averli sentiti perché erano chiari ed evidenti a tutti: in televisione e anche per i giudici di gara che, infatti, ne hanno preso nota con puntigliosa precisione facendo multare la Lazio.

Ha detto Buffon: “ll saluto? Stimo i tifosi biancocelesti, certe cose sembrano strane perché in Italia non succedono mai. Se lo meritano”. E’ il capitano della nazionale, non uno qualsiasi. Pensate che impatto se quei cento passi li avesse compiuti prima, magari facendosi accompagnare da qualche giocatore laziale. O se alla fine, invece di elogiare quella curva, avesse utilizzato il minuto dell’intervista per spiegare di aver trattenuto il voltastomaco per quanto aveva sentito.

Siamo in Italia. Ha ragione Buffon. La patria dove il razzismo si può stiracchiare come una maglia ormai slabbrata. Dove una squadra si ritira in un’inutile amichevole e poi accetta qualsiasi cosa quando conta e, regolamento alla mano, rischierebbe sanzioni. Dove un giocatore viene strappato ai microfoni perché vuole dire che non ne può più e i suoi dirigenti scelgono di “usare la carta razzismo” per lucrare uno sconticino sulla squalifica. Dove nelle serie minori chiudono gli stadi per i buuu e in serie A fanno finta di nulla girandosi dall’altra parte.

Sarebbe stato bello se Buffon si fosse ribellato. O, almeno, avesse evitato la sceneggiata finale sotto la curva degli ululati. Sarebbe stato coerente. Appunto. Poco italiano.

Commenti a questo post

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1 comment

Federica Mazzonis 23 Aprile 2013 - 11:57

Bellissimo articolo, sono assolutamente d’accordo, è facile prendersi gli applausi, meno facile difendere un compagno fischiato!

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