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Freeman’s – Scrittori dal futuro

by Gianluigi Bodi
Freeman's

Freeman’s – Scrittori dal futuro

Quando mi sembra di aver capito qualcosa sul mondo dell’editoria tempo dieci minuti e qualcuno mi dice che invece funziona all’esatto opposto. Succede sempre così. Quindi dopo un po’ smetti di avere delle convinzioni e ti tieni delle idee a grandi linee. Una di queste idee è che per fare della buona editoria non contino solo le dimensioni, conti il coraggio. Poi secondo me se sei davvero in gamba il coraggio è anche secondario. Se sai scegliere con competenza il libro che andrai a pubblicare allora hai di sicuro qualche problema in meno. Fermo restando che devi fare i conti con quello che ti dice il commercialista.

I ragazzi di Black Coffee mi hanno sempre abituato bene. Il coraggio iniziale l’hanno avuto quando si sono staccati dalla casa editrice con cui collaboravano e ne hanno fondata una. La loro è una delle case editrici che ho visto nascere da quando ho aperto Senzaudio e che ha indubbiamente bruciato le tappe. Nella scelta dei volumi da pubblicare ho sempre trovato che questi rispecchiassero i miei gusti, ma che in qualche modo venissero incontro anche al grande pubblico. Lo scorso Salone del libro di Torino ho visto esaurirsi le pile di libri a tempo di record. Ad un certo punto diventi consapevole che sanno quello che fanno e lo fanno bene, forse ti viene il dubbio che il rischio sia calcolato.

Poi fanno una cosa che secondo me è bellissima e rischiosissima. Pubblicano la traduzione italiana di “Freeman’s – Scrittori dal futuro”. Una rivista letteraria americana che raccoglie contributi di autori di tutto il mondo. Poesie, giornalismo narrativo, estratti, racconti. È una rivista ma si presenta come un libro ed è straripante di contenuti. Ma è una rivista e in Italia le riviste letterarie hanno sempre avuto un pubblico di nicchia. Le ho seguite anche io per un po’, ma prima che ci fosse internet e la possibilità di comprarle sul sito di chi le pubblica, era un inferno riuscire a trovarle anche solo per sfogliarle. Il mio sogno era quello di entrare in un’edicola e di comprarne un paio al volo. La scommessa è appunto quella di pubblicare una rivista particolare, partendo da un numero che contiene contributi di autori quasi del tutto sconosciuti in Italia. Per dire, il nome più famoso è quello di Valeria Luiselli che da queste parti piace molto e che viene pubblicata da La Nuova Frontiera. Poi Osorno, famoso per il suo giornalismo narrativo, anch’esso pubblicato da La Nuova Frontiera ed infine Mariana Enriquez pubblicata da Caravan e, più di recente, da Marsilio. Questi sono i nomi che conosco e ho conosciuto da quando frequento l’editoria indipendente.

I nomi sono tantissimi e nascondono scoperte sorprendenti. Sayaka Murata che con “Materie di prima scelta” racconta di un mondo in cui i morti vengono utilizzati per costruire mobili, abiti e gioielli. A YI e “Il caso della gomma scomparsa” in cui ri spiega bene cosa sia il terrore psicologico. Tania James che con “Il liberatore” ci strappa il cuore a causa di Saeed. Èdouard Louis che ci racconta come la “Maledizione” parta dalla famiglia. Sono racconti e poesi davvero notevoli. Considerare poi che ognuno di questi autori contribuirà a farvi scoprire un mondo nuovo.

Ci sono parecchie belle riviste lì fuori, non solo quelle italiane,  ma anche quelle straniere. Mi vengono in mente al volo “The Paris Review” e “The Oxford American”. Io mi auguro che questa scelta compiuta da Black Coffee abbia successo e invogli altre case editrici ad emulare l’operazione “Freeman’s”. Il mercato è saturo, ma le voci brillanti non devono mai smettere di fluire.

Il curatore di questa rivista è John Freeman (vi lascio alla biografia per eventuali approfondimenti) e la traduzione dei testi è delle due cup of coffee Sara Reggiani e Leonardo Taiuti.

 


JOHN FREEMAN

John Freeman BlackcoffeeCritico letterario ed ex direttore di Granta – rivista di culto che ha scoperto alcuni tra i più importanti scrittori anglo-americani dell’ultimo secolo – John Freeman è autore di Come leggere uno scrittore, una raccolta di interviste a più grandi nomi della letteratura, tra cui Paul Auster, Philip Roth, Don DeLillo, Ian McEwan, Joyce Carol Oates, Nadine Gordimer, Jonathan Safran Foer, Haruki Murakami, David Foster Wallace e Toni Morrison (Codice, 2017), e La tirannia dell’e-mail (Codice, 2010). Ha inoltre curato due antologie sull’ineguaglianza, una dedicata a New York e una agli Stati Uniti: Tales of Two Cities e Tales of Two Americas. Di recente ha esordito con la sua prima raccolta di poesie, Maps, di prossima pubblicazione per La nave di Teseo. Freeman ha pubblicato per New YorkerNew York Times, Paris Review e quasi duecento giornali in tutto il mondo. È executive editor di Literary Hub. Insegna alla New School e alla New York University, e vive a New York.

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