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Daniel Woodrell – Addio, Sweet Mister – Postfazione di Serena Daniele

by Gianluigi Bodi

Postfazione di Serena Daniele all’edizione italiana di Addio, Sweet Mister

È con molto piacere che ospito, su queste pagine, la postfazione a “Addio, Sweet Mister” l’ultimo volume della Serie di West Table dello scrittore americano Daniel Woodrell. L’occhio competente e critico che ha dato alla luce questo testo è quello di Serena Daniele, editor di NN editore e persona capace di vedere le potenzialità nascoste di ogni testo che legge.

Con Addio, Sweet Mister si chiude la Serie di West Table, un ciclo dove il talento sorprendente, imprevedibile di Daniel Woodrell emerge forse più che in altri romanzi (perfino più che nel noto e giustamente celebrato Un gelido inverno). Quando abbiamo scelto di pubblicarlo nel catalogo NNE, raccoglievamo il testimone di altri: Tomato Red e Addio, Sweet Mister erano infatti già usciti per Bompiani (Il bel cavaliere se n’è andato, 2001) e Fanucci (Uno strano destino, 2008; Io e Glenda, 2010), ma questo non rappresentava altro che una conferma: Woodrell era una voce letteraria da ascoltare e diffondere, una voce da riscoprire ogni volta, grazie alla sua attualità e bellezza.

Proprio a proposito della Versione della cameriera avevamo parlato di una sorta di “letteratura segreta”: “un sentiero che corre parallelo alla strada principale ma non è indicato sulle mappe. Questo sentiero collega fra loro alcuni autori di incredibile talento, come tappe di un viaggio letterario: Kent Haruf, Tom Drury, James Anderson, Chris Offutt, John Williams, William Melvin Kelley, Robert Coover”.

In un percorso ideale, tutti i luoghi reali o immaginari di cui parlano gli autori di trilogie del catalogo NNE si configurano come espressioni del desiderio: la Holt di Kent Haruf è una casa accogliente, che offre serenità e riparo dalle illusioni, purché se ne accettino le regole; e le regole sono semplici e inesorabili, richiedono conformità e riserbo, pena l’espulsione. Nella Grouse County di Tom Drury invece i confini mutano con la potenza stessa del desiderio: si restringono e si allargano, seguendo le intenzioni dei personaggi, i loro piani anche più inattuabili, e arrivano a toccare le soglie di un altro mondo dove è possibile vivere una vita alternativa. Nella Bois Sauvage di Jesmyn Ward, il desiderio di appartenenza e il senso della comunità si traducono nella carne e nel sangue dei suoi componenti, si mischiano alla terra e al raccolto, attraversano la storia e le tradizioni forgiando gli individui. A Bull Mountain, nella Georgia di Brian Panowich, il luogo è una promessa di eternità, una certezza incrollabile a cui aderire, dove dubbi e esitazioni non hanno cittadinanza: per quelli esistono le città, frivole e spietate.

In questo panorama di scritture innovative, di ribaltamento di cliché e schemi abusati, Daniel Woodrell entra di diritto grazie alla propria originale biografia letteraria. Autore piuttosto schivo, dalle intemperanze della giovinezza – ha abbandonato gli studi, poi si è arruolato nei Marines da cui è stato prontamente espulso per “comportamenti antisociali” – è passato a una maturità segnata dal ritorno al college e dall’attività di scrittore. Ma invece di sfruttare la formula pubblicitaria dell’uomo che ha trovato se stesso nella scrittura, si tiene lontano dagli ambienti scintillanti del mondo letterario. Vive tra i monti Ozark, in una zona i cui abitanti assomigliano ai personaggi dei suoi romanzi: perlopiù bianchi, incalzati dalla povertà e dall’abitudine al crimine, lontanissimi – apparentemente – dalla felicità perseguita nel sogno americano.

Il suo luogo è West Table: non è un posto in grado di offrire una vita migliore – anzi, le possibilità di riuscita dipendono dal versante della ferrovia in cui si è nati e cresciuti. Eppure, i suoi abitanti scelgono di rimanere, rinunciando ai propri sogni o ridimensionandoli, barattando il futuro con il senso di appartenenza dei legami familiari. In Addio, Sweet Mister è struggente la tenacia di Shuggie Atkins nel difendere il perimetro della propria vita minacciata non dalla violenza del patrigno, ma dall’infatuazione di Jimmy Vin per Glenda. Così come in Tomato Red Sammy Barlach è disposto a tutto pur di trovare una famiglia, per quanto disfunzionale come quella di Jamalee e Jason Merridew.

Quindi, pur inserendosi nella tradizione di Huck Finn e Holden Caulfield, né Shuggie né Sammy si mettono in viaggio. Non credono affatto nel mito della frontiera, anzi: considerano il territorio una forza ostile, pronta a cancellare radici e senso di identità. Non è il rapporto con la terra a legare gli abitanti dell’altopiano, ma qualcos’altro, che Woodrell rivela appieno nella Versione della cameriera: una volta, a West Table, esisteva una comunità. Famiglie e vicini, amici e amanti, classi sociali contrapposte ma anche costantemente in relazione. Sono le parole, infatti, a dare corpo agli abitanti di West Table; sono le storie a creare il sostrato su cui la città cresce, nel bene e nel male. Ogni ritratto è il filo di una narrazione più ampia, che il destino raccoglie e stringe in un nodo inestricabile – che culmina nell’esplosione della sala da ballo nel 1929 in cui muore Ruby, la sorella di Alma.

Addio, Sweet Mister NN editore (2021).

Di fronte alla distruzione dei corpi e delle storie, Alma cerca di far rivivere la comunità, di tornare a una dimensione collettiva, raccontando ossessivamente gli eventi e cercando una giustizia tardiva. Ma la comunità si è ormai disgregata e i sopravvissuti, raccolti attorno all’Angelo nero che campeggia in mezzo al cimitero di cui Shuggie Atkins si prende cura, ammutoliscono, si chiudono in se stessi. Il confine diventa minaccia, sradicarsi equivale a morire.

Eppure, nonostante l’asprezza e la malinconica fatalità che pervade gli Ozark, luogo apparentemente orfano di storie felici, in Woodrell non c’è mai disperazione: i personaggi hanno risorse che brillano come luci improvvise, che rischiarano gli angoli bui e dimenticati della loro anima, li accendono di tenerezze e di devozioni sincere. L’amore di cui sono capaci Shuggie, Sammy, Alek, Ruby e Arthur Glencross è amore vero, quello che cambia la vita. E la scrittura di Woodrell è l’emanazione di questa luce: fluida, ritmata, corposa, capace di usare indifferentemente elementi vernacolari e immagini di fulgida poesia. L’inizio della Versione della cameriera ha il tocco del capolavoro, nei suoi cambi di registro, nella resa perfetta dello sguardo infantile di Alek che guarda la nonna spazzolare i lunghissimi capelli, “che parevano usciti da una fiaba, e forse non di quelle allegre”. Una lingua che trasfigura i personaggi, ne modella il realismo e li rende epici e umanissimi eroi.

Sinossi

Shuggie è un tredicenne sovrappeso e solitario; vive ai margini di West Table con la madre Glenda e si occupa del cimitero locale. Il patrigno Red, uomo ottuso e brutale che vive di piccoli crimini con assoluta disinvoltura, gli impone di rubare medicinali nelle case di gente ricca e malata. Glenda è l’unica scintilla di bellezza nella vita di Shuggie: la donna, sensuale e appariscente, tratta il figlio come il fidanzato che avrebbe sempre voluto, lo chiama affettuosamente “Sweet Mister” e gli promette un futuro migliore. Un giorno arriva Jimmy Vin Pearce, smagliante a bordo della sua Thunderbird verde, che convince Glenda di poter davvero cambiare vita. Ma Shuggie si infiamma di un’accecante gelosia, che minaccia di inghiottire le loro vite.

Dopo La versione della cameriera e Tomato Red, Daniel Woodrell torna a WestTable, dove i bambini crescono in fretta e gli adulti cercano le tracce dell’innocenza perduta sul fondo di un bicchiere di bourbon. Addio, Sweet Mister è una storia amara e commovente, in cui con memorabile saggezza Daniel Woodrell mostra la tenace ambiguità delle passioni familiari, e le precarie linee di confine tra l’amore e la violenza.

Questo libro è per chi vive con stile anche i momenti più insignificanti, per chi vorrebbe sprigionare un urlo a lungo soffocato, per chi sa che le more più dolci sono quelle circondate da migliaia di spine, e per chi respirando la speciale energia dell’alba ha sognato a occhi aperti un futuro di insolite meraviglie.

Traduttore : Marcella Dallatorre
Numero Pagine : 184
Prezzo : 18 €
ISBN : 979-12-80284-29-7
In libreria da : 21-10-2021

Daniel Woodrell (1953) è considerato uno dei maggiori scrittori americani viventi. I suoi libri hanno ottenuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui il Pen Award, l’International iMac Dublin Literary Award e il Sundance Film Festival Award per l’adattamento cinematografico del suo libro Un gelido inverno. Ama ambientare le sue storie nei panorami dei monti Ozark, in Missouri. NNE pubblicato i tre volumi della Serie di West Table: La versione della camerieraTomato Red e Addio, Sweet Mister

Dal 2016 è editor di NN Editore. Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne. Tra il 1998 e il 2011 cura la prima edizione della serie Harry Potter e dei titoli correlati, e lavora con autori italiani e stranieri su testi di fiction e non fiction.

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