Mammoni. Bamboccioni. Per carità, noi italiani siamo e resteremo attaccati a mamma e papà, fa parte dei nostri costumi, un cordone ombelicale che non viene mai tagliato del tutto. In pochi hanno il coraggio di andare a vivere distanti dalla casa in cui si è cresciuti, tanti restano accanto ai genitori, troppi però continuano a vivere assieme ai familiari. Numeri impietosi, quelli presentati dall’indagine “I giovani e la crisi” condotta da Coldiretti/Swg. Il 28% delle persone tra i 35 e 40 anni sopravvive con i soldi di mamma e papà, così come il 43 per cento della fascia d’età tra 25 e 34 anni e l’89 per cento dei giovani tra 18 e 24 anni. Continuano a vivere con i genitori il 26% per cento degli italiani tra 35 e 40 anni, il 48 per cento di quelli di quelli tra 25 e 34 anni e l’89 per cento dei giovani con età tra i 18 e i 24 anni.
Colpa delle nuove generazioni che vogliono avere la pappa pronta? Secondo la stessa indagine, la maggior parte dei giovani italiani sarebbe disposta a lavorare come operatore di call center, spazzino o pony-express e guadagnare meno di 500 euro al mese, senza nessuna garanzia per il presente, ma soprattutto senza avere la certezza di un domani. Hai voglia di sognare il posto fisso in banca, ormai sembra essere un’utopia, una fortuna riservata a chi ha gli agganci giusti o è stato baciato dalla Dea.
E’ questo il vero problema dell’Italia, e dell’Europa in generale: le nuove generazioni faticano a costruirsi un oggi, figuriamoci il domani. Si vive grazie al paracadute rappresentato dalla famiglia, non si riesce a costruirsene una propria, la natività crolla sempre di più. Un ventennio di politica ai minimi termini, generazioni di politici che hanno elargito favori in base ai sondaggi, senza pensare a costruire un futuro per chi muoveva i primi passi.
Attenzione però a non rassegnarsi o a crogiolarsi nella situazione contingente. E’ colpa dell’economia, di scelte scellerate, ma bisogna rimboccarsi le maniche e provare a inventarsi qualcosa. Guai se si smette di sognare.