Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Il talento è immortale, l’immagine muore.

Il talento è immortale, l’immagine muore.

by senzaudio

Una vita sotto i riflettori. Cercati. Voluti. E’ l’immagine, bellezza. Essere sulle prime pagine delle riviste patinate, sorprendere sempre, scandalizzare rappresentano gli ingredienti per portare al successo? Più del talento? Così si crea un personaggio, ma l’artista è altro, l’arista vola alto, l’artista crea arte. Prendete un Charles Baudelaire: il poeta maledetto ante litteram. Oppure, un Van Gogh. Il francese ha condotto una vita dissoluta, sempre stretto nella morsa dei debiti: ai giorni nostri, sarebbe argomento di scandalo quotidiano, mentre all’epoca lo era solamente per i salotti che contavano. E poi: il talento. I Fiori del Male, vuoi mettere? E Baudelaire era così, non cercava i riflettori, non studiava una strategia per suscitare scalpore. Quella era la sua natura, quello era il suo modo di intendere la vita. E viene giudicato in quanto artista, si bada alla sostanza, al talento, non all’immagine, destinata a evaporare dopo una manciata di anni.
Ed è questo che dobbiamo domandarci quando vediamo cantanti, attori, scrittori che cercano lo scandalo per fare notizia. E’ la loro natura? E’ solo marketing? Sono bravi? Non prendiamo loro come modelli di vita, ma in quanto artisti e giudichiamoli in quanto tali, senza inseguire le copertine che il tempo ingrigisce, mentre il talento resta. E’ immortale.

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