In questa sezione potete trovare tutte le recensioni ai libri indipendenti e non scritte dai collaboratori di Senzaudio sulle ultime uscite. Recensioni che si occupano di rispolverare qualche grande classico, recensioni di libri pubblicati da case editrici enormi, ma principalmente da piccole e medie case editrici indipendenti.
Lo scopo è quello di mostrare ai lettori del sito una diversità di panorama e la vitalità che c’è nel mondo dell’editoria italiana.
Sotto questa categoria operano tutti i collaboratori del sito quando si occupano di recensioni. Ognuno di loro ha uno stile personale ed unico, ma il concetto alla base è sempre lo stesso. Leggete.
Fin dalla sua nascita Giovanni Turi ha cercato di dare una forma precisa alla sua casa editrice Terrarossa. Farlo significa da un lato essere molto selettivi nelle scelte di cosa possa essere pubblicato e cosa no, significa anche a volte scontrarsi con il mercato editoriale che spesso è imperscrutabile e sempre molto scarso di soddisfazioni. Immagino, ma non sono nella testa di Turi, che nel leggere “A ciascuno il suo terrore” di Alessandro Garigliano, si sia reso subito conto che il romanzo in questione poteva avere un posto nel suo catalogo. Ci sono, in questo libro, delle chiare connessioni con altre scritture pubblicate da Terrarossa. “A ciascuno il suo terrore” è uno dei tasselli di un mosaico che sta assumendo una natura sempre più chiara e coraggiosa.
Garigliano prende spunto da un fatto di cronaca realmente avvenuto a Torino e lo sposta a Catania. Durante la finale di Champions all’improvviso la folla si imbizzarrisce e inizia un fuggi fuggi che ha delle conseguenza drammatiche. L’io narrante di questo romanzo è in quella piazza e ha vissuto attimi di autentico terrore. Con lui c’è anche la donna che ama, una figura sempre a margine del quadro complessivo a cui la voce narrante non fornisce un nome.
L’evento da cui il narratore esce illeso nel fisico, lo mina nell’animo. Da quel momento parte un processo di indagine. L’io narrate vuole capire cosa sia passato per la testa al possibile attentatore. Studia foto e filmati, non si lascia scappare nemmeno un servizio del telegiornale. Rimane bloccato a quel momento mentre altri sembra voler andare oltre. La donna che ama ricomincia a vivere, mentre lui si fa sempre più solitario, si richiude in sé stesso. A un certo punto si mette in contatto con l’uomo che ha identificato come l’origine dell’attacco terroristico, scopre che nei filmati è travestito da clown perché è un animatore per bambini. E allora perché ha compiuto quel gesto, si chiede il narratore. Decide dunque di avvicinarsi a lui, cercare di fare il suo stesso mestiere, si traveste da clown.
Accanto a questo filone narrativo si snoda l’altro flusso di coscienza dato dalle serie televisiva che il narratore consuma in streaming. In esse il terrore, l’avventura terrificante è sempre presente. La mente dell’uomo è in bilico tra una perfetta lucidità e una tremenda follia.
Come detto all’inizio questo romanzo di Garigliano è perfetto per il catalogo di Terrarossa. L’elemento più evidente su cui mi baso per esprimere il mio giudizio è la lingua con cui questo libro è stato creato. C’è sempre la forte sensazione che ogni singola parola sia stata scelta dopo più e più passaggi di attenta riflessione. Ciò dà vita dunque a un libro dalla scrittura compatta e mai banale o scontata.
I maestri di Garigliano debbono per forza essere i grandi della letteratura, scrittori e scrittrici che hanno lavorato di cesello per affinare la propria scrittura. “A ciascuno il suo terrore” rifiuta la sciatteria di cerca scrittura mal pensata.
Non è la trama il nucleo che sostiene il libro, ma la ricerca del protagonista di trovare un senso alla realtà che lo circonda o forse di trovare, all’interno di questa realtà, un posto in cui poter stare senza sentirsi a disagio con sé stesso e con gli altri. C’è, mi sembra, una ricerca di equilibri anche attraverso la sofferenza mentale. Una sofferenza che viene portata all’estremo.
Per concludere, questo è il terzo romanzo pubblicato da Garigliano ed è il terzo romanzo di Garigliano che leggo. Al di là dell’innegabile miglioramento, libro dopo libro, ciò che mi ha colpito è che sembra esserci una forte unità in questi primi tre libri. Come se Garigliano stesse portando avanti lo stesso discorso approfondendolo di volta in volta. Tutto ruota sempre attorno all'”IO”, persona tanto cara a Garigliano. Un Io che non smette mai di cercare, come un microscopio, l’elemento ultimo che lo compone.
Alessandro Garigliano è nato a Misterbianco, in Sicilia; dopo aver svolto diversi lavori in disparati ambiti, attualmente è un insegnante precario. Ha esordito con Mia moglie e io(LiberAria Edizioni, 2013), segnalato al Premio Calvino, a cui è seguito Mia figlia, Don Chisciotte (NN Editore, 2017).