Thomas Bernhard – Camminare

by Nicola Vacca

«Mentre io, prima che Karrer impazzisse, camminavo con Oehler solo di mercoledì, ora dopo che Karrer è impazzito, cammino con Oehler anche di lunedì».

Questo è l’incipit di Camminare, un romanzo di Thomas Bernhard uscito per la prima volta nel 1971.

Adesso Adelphi lo pubblica nella nostra lingua nella splendida traduzione di Giovanna Agabio.

Camminare è tra i libri del grande scrittore austriaco uno dei più martellanti. Con una scrittura tormentata l’autore sviluppa un monologo intenso di riflessioni in cui la condizione umana è colta per vortici ossessivi: attraverso l’arte di esistere contro i fatti, Bernhard affonda la sua penna come un bisturi nella carne viva per disquisire di tutto ciò che è orribile e insopportabile nell’esistenza.

Camminando si medita fino allo sfinimento sulle cose che non hanno soluzione.

In questo libro la prosa di Thomas Bernhard tocca vertici di straordinaria perfezione. Ci si perde nei labirinti del suo discorrere senza pretesa alcuna di ritrovarsi.

Come scrive egli stesso, Camminare è un continuo pensare fra tutte le possibilità di una mente umana e un continuo sentire fra tutte le possibilità di un cervello umano e un continuo essere trascinati di qua e di là fra tutte le possibilità di un carattere umano.

«L’arte di esistere contro i fatti è l’arte più difficile. Esistere contro i fatti significa esistere contro ciò che è insopportabile e contro ciò che è orribile» questo pensa Oehler mentre cammina dopo che Karrer è impazzito ed è finito allo Steinof.

Thomas Bernhard sa, e lo ha scritto in ogni modo, che l’esistenza è insopportabile e orribile e esistere contro i fatti significa limitare i danni  nell’andare a fondo nel più miserabile dei modi che ci è destinato.

Bernhard qui è un uomo in rivolta disgustato dall’esistere e dal gelo di una condizione umana che come sempre non perde l’occasione con la sua scrittura  funambolica di mostrare radicalmente tutto il suo furore iconoclasta nei confronti delle istituzioni (l’attacco alla psichiatria e allo Stato).

Il narratore senza nome di Camminare non si risparmia nel suo soliloquio – monologo.

Pensieri che hanno la forma di filosofiche ossessioni mentali, questo è Camminare. In questo libro troviamo tutta la spietatezza lucida di Bernhard che si risolve in una follia assillante e intensa che non concede nessuna via di scampo nemmeno a Karrer che nel finale la vive come uno stato filosofico da cima a fondo.

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