Specchio frantumato

by senzaudio

Se ci pensi bene, i Jalisse c’avevano azzeccato. Fiumi di parole. E ancora fiumi. Quelli che ci vorrebbero per descrivere l’importanza dei social network ai giorni d’oggi con una sfera di influenza che sta toccando tutti i campi, politica compresa. Lo si è visto in questi giorni, caldi, caldissimi vissuti con l’elezione del Presidente della Repubblica tra le più complicate della nostra breve storia repubblicana.

Colpa essenzialmente di un partito incapace di costruire una posizione comune, con scelte calate dall’alto senza alcun dibattito. Si è detto che Marini sia stato bocciato per l’insurrezione, anche su Twitter, dei militanti del Pd, non si è parlato abbastanza di una bocciatura che ha anche, se non soprattutto, ragioni politiche con una classe dirigenziale incapace di coinvolgere in una delle scelte più cruciali i propri parlamentari.

I social network non rappresentano una finestra sul mondo. Sono una vetrata, ma non uno specchio. Sciagurato chi prende delle decisioni sulla base di qualche tweet, altrettanto, se non più, sciagurato chi perde il contatto con la realtà. Ecco, Facebook e Twitter sono fondamentali per tutti, ma rappresentano un punto di partenza, non di arrivo. Il polso del Paese lo si percepisce girando lo Stivale, non stando seduti davanti a un computer consultando le cinguettate più di tendenza.

Gigi D’Alessio non dovrebbe più vendere un disco, Silvio Berlusconi sarebbe dovuto sparire dalla realtà italiana. Due esempi, anche paradossali, per cogliere un dato di fatto: c’è una maggioranza silenziosa che non twitta, non urla, non posta frasi indignate su Facebook. Eppure c’è, come c’era negli anni Settanta. twitter-birdEd è una maggioranza imprevedibile che non risulta nei sondaggi sempre meno attendibili. La realtà è complessa, i social network rispecchiano una fetta parziale, ma l’immagine riflessa va ricostruita per intero.  Ecco perché i politici sbagliano quando prendono le decisioni in base ai tweet o al sondaggio dimostrando anche una scarsa lungimiranza, perché sono chiamati a prendere decisioni importanti anche per il dopodomani, non solo per l’oggi, ma senza assolutamente rifugiarsi in una torre d’avorio in cui prende vita un microcosmo lontano anni luce dalla realtà.

E’ il compito più alto della politica, quello di conoscere le reali necessità del Paese (e per farlo bisogna essere immersi nell’Italia) e di pensare alle generazione successiva.

 

 

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