Santiago Lorenzo – Gli schifosi

by Gianluigi Bodi
Santiago Lorenzo

Durante l’ultimo periodo ho sentito spesso parlare de “Gli schifosi”, di Santiago Lorenzo e della casa editrice Blackie Edizioni. La cosa mi ha incuriosito e mi sono comprato il libro durante una pausa per il recupero psicofisico…come se 10 minuti bastassero.

Così mi sono imbattuto in Santiago Lorenzo e ne “Gli schifosi”. Il primo impatto mi ha lasciato un po’ perplesso. Capisco che il libro deve aver ricevuto molti consensi internazionali, ma la fascetta mi è sembrata davvero eccessiva, anche perché andava a coprire metà della meravigliosa copertina creata da Guim Tió. Poco male, l’ho tolta, ripiegata e usata come segnalibro perché, ciò che importa è quello che sta dietro la fascetta. In generale, l’oggetto libro, ha un tocco retrò che mi piace molto. Da noi, questo tipo di cartonatura lo ha riscoperto Sur nei primi cinquanta numeri della sua collana principale. Diciamo che ha l’inconveniente di rendere il libro poco “tascabile”, ma ha dal canto suo la capacità di renderlo resistente e meno delicato di altre edizioni. Ad esempio, io che butto i libri dentro uno zaino per portarmeli appresso non ho notato nessun segno di usura e vi assicuro che il mio zaino è davvero pieno di roba. Per una casa editrice che aspira all’immortalità dei propri libri direi che questo è un buon viatico.

Questo per quel che riguarda il come si presenta il libro, visto che sto parlando di una casa editrice appena nata, ma vedremo che non è proprio così, mi sembrava il caso dire due parole anche su questo aspetto che per me non è mai secondario.

Gli schifosi” raccontano la storia di Manuel vista dagli occhi dello zio. Manuel è stato un bambino solitario, i genitori lo lasciavano solo per lunghi tratti della giornata e lui ha iniziato a familiarizzare fin da subito con un mondo interiore fervido e con la capacità di ragionare sopra a ogni singolo elemento del quotidiano. Non si può dire che sia un ragazzino felice, ma non si può nemmeno dire che la sua vita sia un totale disastro. Manuel cresce con la voglia di instaurare rapporti e amicizie e con l’incapacità di farlo. Troppa solitudine, specialmente in giovane età, rischia di atrofizzare certi meccanismi sociali. Si arrabatta passando da un lavoro mal pagato e mal qualificato all’altro, si emancipa andando a vivere in un bugigattolo all’interno di un palazzo fatiscente e inizia a sentire il peso della solitudine. Poi succede qualcosa che cambierà la sua vita. È lo zio a raccontarcelo, lo zio che diventa, suo malgrado, la testimonianza di Manuel verso il mondo. Manuel è costretto a fuggire da Madrid e trova rifugio in un villaggio che il progresso ha vuotato. Non c’è anima viva. All’inizio le cose procedono con fatica, poi Manuel si accorge che quanto minori sono le cose di cui ha bisogno tanto meglio si sente lui. La solitudine non è più una condanna, ma qualcosa da ricercare con strenua assiduità. Purtroppo per lui non sempre le cose vanno nel migliore dei modi.

Quella di Manuel è una storia che tocca temi fondamentali, come quello della repressione della polizia che, in questo caso, viene dipinta spingendo sui toni destrorsi dello specchio ideologico. Anche il progresso, visto come accumulazione del superfluo ha il proprio palcoscenico all’interno de “Gli schifosi”. Un progresso contro il quale ogni mossa diventa disperata, una lunga mano che impedisce i movimenti autonomi e incanala la vita di tutti noi.

Il romanzo “Gli schifosi” è notevole anche dal punto di vista linguistico. La traduzione di Bruno Arpaia non deve essere stata una delle più facili da portare a termine, soprattutto verso metà del libro quando gli sprolocui di Manuel riportati dallo zio si caricano di neologismi e crasi, atti linguistici che hanno lo scopo di materializzare una nuova tipologia di schifo, qualcosa di profondo e disgustoso che assume su di sé l’onere di raccontare la complessa composizione di una società in cui vanità, mancanza di originalità e schiacciante potere dell’economia e della politica danno vita ad un humus umidiccio in cui noi tutti sguazziamo.

Come dicevo qualche riga più su Blackie edizioni è una casa editrice nuova, ma nuova solo per l’Italia. Blackie nasce infatti a Barcellona, il libro di Santiago Lorenzo è uscito lì e l’edizione, mi pare, sia più o meno la stessa. Ora questo marchio editoriale sbarca in Italia, staremo a vedere come si svilupperà la loro proposta editoriale, “Gli schifosi” è senza dubbio un ottimo modo per iniziare a crearsi un pubblico.

Da quando ho iniziato a parlare di libri su queste pagine, senza che sia una cosa premeditata, mi accorgo che ogni anno viene caratterizzato da una casa editrice che risalta, più delle altre, ai miei occhi. Potremmo chiamarlo innamoramento. È successe con NN, con Jimenez, con Edicola, case editrici che sono nate da quando ho aperto questo sito, con Blackie siamo a buon punto.

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