Samba, sole e spiaggia?

by senzaudio

Ancora quattro partite. Si è iniziato con la prima semifinale tra Brasile – Uruguay, una gara che ha un sapore tutto suo, una sfida che rimanda a quella grande tragedia collettiva che ha rappresentato per i brasiliani la sconfitta al Maracanà nella sfida finale del Mondiale del 1950 proprio contro la Celeste, poi calerà il sipario in attesa che lo spettacolo venga replicato in grande. Confederations Cup nel 2013, Mondiali nel 2014, Olimpiadi nel 2016, tutti in Brasile, la terra dello sport, il Paese che ospiterà i principali eventi mediatici e di costume, eventi che sono stati presentati con i consueti luoghi comuni: sole, divertimento, belle ragazze.images-1 La realtà ha clamorosamente fatto il proprio ingresso bussando rumorosamente alla porta. Il Brasile è una nazione che nell’ultimo decennio ha vissuto un boom di crescita affiancata da una attenzione all’equità sociale, perché il Paese carioca abbina povertà e ricchezza, alle spiagge e agli alberghi di lusso vanno affiancate le favelas, la miseria, il dolore. Non due facce di una medaglia, ma la realtà di tutti giorni, una realtà che rappresentava e rappresenta una piaga. Ok il progresso, ok le politiche dei governanti, ma il disagio economico resta. Ecco uno dei perché delle proteste di questi giorni, proteste che non possono essere silenziate (come ha provato a fare il presidente della Fifa Blatter) e le cui ragioni vanno ponderate e ascoltate evidenziandone anche il rischio insito che la violenza prenda il sopravvento e diventi la protagonista. L’organizzazione di questi grandi eventi di respiro internazionale rappresentano una grande responsabilità, nessun dubbio che i brasiliani sapranno mostrare tutte le qualità, e l’occasione per sperperare denaro pubblico con il concreto rischio di infiltrazioni criminale e di corruzione. Insomma, le spese lievitano mese dopo mese, i benefici economici sono relativi, la paura dei cittadini brasiliani è di vedersi presentare il conto, ed anche salato. Le proteste nascono dall’aumento del prezzo dei trasporti pubblici e trovano terreno fertile in un Paese che chiede, lo ha dimostrato, maggiori investimenti per l’istruzione, la sanità pubblica, diritti che devono essere ovunque di tutti.

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