Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Un nuovo passo per la biotecnologia

Un nuovo passo per la biotecnologia

by senzaudio

Questa settimana, non pensavo di scrivere sulla biotecnologia, ma vista la notizia che ha riportato Le Scienze, ho pensato che valeva la pena cambiare obiettivo per commentare questa scoperta. “Un batterio comune, dotato di un DNA modificato artificialmente ma in grado comunque di replicarsi: è l’organismo semisintetico realizzato da Floyd Romesberg e colleghi dello Scripps Research Institute di La Jolla, in California. Il risultato pubblicato sulla rivista “Nature”, corona anni di studi dedicati alla modifica del codice genetico dei microrganismi per riuscire a sfruttarne il macchinario di sintesi molecolare per produrre nuove proteine.”
Questa è la sintesi della scoperta fatta dai ricercatori statunitensi; se volete saperne di più, potete dare un’occhiata on line, la notizia infatti è stata riportata da diverse riviste del settore. Io però volevo fare un piccolo riepilogo di quella che è la scienza biotecnologica di oggi e per farlo, vorrei raccontarvi piccola storia di fantascienza, che ci porterà fino alle scoperte attuali delle scienze della vita. Immaginate che, per qualche strano motivo, siete stati tele trasportati su una nave aliena completamente deserta. Da dove vi trovate, si vedono alcuni corridoi e ponti della nave e ovviamente tutti i segnali e le scritte sono in lingua sconosciuta. Alcune strutture sono riconoscibili, le porte su alcuni corridoi, probabili cabine o sale macchine, ma tutto quanto è di difficile comprensione perché questa astronave ha una tecnologia avanzatissima. In una situazione come questa, la prima cosa che io cercherei di trovare, è la plancia di comando della nave, da dove probabilmente si può capire qualcosa del vascello. Questa, più o meno era la situazione della biologia negli anni ’50 quando, James Watson e Francis Crick cominciarono a studiare come l’informazione ereditaria si trasmetteva negli esseri viventi. Questi due studiosi, erano già instradati verso la definizione del DNA, ma a loro si deve il modello di struttura a doppia elica della molecola. In pratica, questo punto temporale della scienza, corrisponde al vostro ingresso nella sala comando dell’astronave, che avete trovato tentando diverse strade all’interno dello scafo e magari ravvisando qualche schema sulla disposizione e funzione vari scompari della nave. Una volta arrivati in plancia quindi che fare? Se non siete come mio padre, che quando vede un apparecchio elettronico, schiaccia tutti i tasti nella speranza di trovare quello giusto; allora non seguite il metodo scientifico della ricerca microbiologia. Infatti di solito, per capire come funziona l’apparato di un microrganismo, di una cellula o di un virus, si cercano tutte le strutture simili comuni alle varie specie, e si confrontano tra loro per scoprire a cosa servono. Quindi, diciamo che dopo vari tentativi, e grazie ad una certa capacità adattativa della nave, siete riusciti a capire alcuni comandi del computer e questo ha interpretato il vostro linguaggio, ora tutte le scritte e i segnali attorno a voi, sono scritti in lingua corrente e cominciano ad avere una certo significato; ad esempio, mensa, bagno (e a quest’ora ne avrete sicuro la necessità) e altre cose semplici.
Bene, siete così arrivati a quello che la scienza biologica è riuscita a fare in 58 anni, dal 1953, quando fu scoperto il DNA, al 2011 quando il genoma completo di James Watson è stato il primo completamente mappato. La notizia di oggi poi, ci potrà ad uno degli scenari più importanti degli ultimi anni, questi scienziati hanno trovato il modo di scrivere un pezzo di DNA nella cellula, per farle produrre qualcosa di nuovo! Tornando alla nostra navicella, è come aver scoperto il funzionamento dell’unità ingegneristica della nave, che permette di creare quello che volete. Alcune produzioni sono semplici in quanto già presenti sul menù del pannello di comando, altre più complesse, necessitano di più pezzi che vanno assemblati assieme. Come nel caso dell’astronave anche gli scienziati dovranno perfezionare i sistemi per produrre proteine con strutture complesse, ma adesso si è aperta una finestra sulla bioingegneria che porterà, in pochi anni, ad una vera rivoluzione del settore.

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