Contesto:
A cosa pensa quell’uomo sdraiato che fa da logo alla “Nottetempo”? Me lo sono sempre chiesto.
E ho capito che pensa a ciò che ha appena finito di leggere, a ciò che gli ha riempito una parte di vita nell’ultimo periodo. Ha quel senso di nostalgia che abbiamo tutti quando ci separiamo da una cosa cara e sappiamo che non la ritroveremo mai più uguale. Ma pensa anche a ciò che leggerà, perché quello che leggerà è il suo futuro. Io non lo posso sapere come stanno le cose, ma secondo me è un dato di fatto, quell’uomo sdraiato con il cappello in testa ha appena finito di leggere o sta per iniziare a leggere “Ovunque, proteggici” di Elisa Ruotolo.
Testo:
L’inizio è quasi un pretesto. Lorenzo Girosa riceve una lettera che lo riporta indietro nel tempo, quando era ancora un ragazzino e riporta a galla un segreto che aveva sepolto. Ecco che viene spalancato un portone e da lì entra la storia della famiglia Girosa, una storia che vi possiederà.
“Ovunque, proteggici” è un libro che pretende molto da voi, vi avverto. Lo amerete o lo odierete e probabilmente, in entrambi i casi, vi ricorderete di lui per un bel pezzo. Non è previsto che lo ignoriate. Ed è giusto che sia così, che ci sia un rapporto forte tra voi e quello che leggete perché se avete intenzione di mettervi a leggere qualcosa tanto per passare il tempo allora siete fuori strada, offendereste il libro e chi lo ha scritto.
Quella che vi si para davanti fin dalla prima riga è una scrittura densa, che non permette la minima distrazione. Ogni frase e forse addirittura ogni parola è incastonata nel punto esatto per la quale sembra essere nata e lasciarsi trasportare per un attimo verso altri lidi che non siano quelli descritti nel testo potrebbe farci perdere anche solo un briciolo di quella poesia che l’autrice è stata in grado di creare. Ecco, forse la parola chiave di tutto quello che potrei scrivere è “poesia”. Elisa Ruotolo sembra aver composto una poesia lunga trecento meravigliose pagine. Pagine piene di una sottile disperazione umana che riempie ogni nostro respiro.
“Ovunque, proteggici” ha il respiro delle grandi saghe familiari, non sono riuscito a togliermi di dosso l’idea che ci sia un legame di sangue, di discendenza, tra il Marquez di “Cent’anni di solitudine” ed Elisa Ruotolo.
La Ruotolo racconta una vita cruda, ma giusta. Governata da leggi severe che però non guardano in faccia a nessuno e popolata di personaggi al limite del fantastico: girovaghi, imbonitori, sensitivi; che vi faranno ricordare alcuni echi del realismo magico. Ma è anche una storia di ricerca, della ricerca del proprio posto nel mondo, della ricerca di una possibilità o della tanto agognata “fortuna” in Meriga.
Coordinate:
Elisa Ruotolo è l’autrice di “Ovunque, proteggici” e non mi vergogno di dire che non la conoscevo. Nella frase che avete appena finito di leggere c’è l’essenziale per capire almeno uno degli scopi di “Inchiostro Fresco”. Far conoscere autori meritevoli che a volte possono rischiare di passare inosservati. Ora, con la Ruotolo, il problema non si pone. Oltre ad essere dannatamente brava sta per fare la sua comparsa allo Strega. Come visibilità dovrebbe bastare. Voi però non fatevi fuorviare, non fate come quelli che dicono che un libro arriva a vincere i premi se l’hanno spinto bene. Ve lo ripeto, Elisa Ruotolo è dannatamente brava, è un tutt’uno con la lingua che usa per creare mondi. Ah, ve l’ho detto che saranno Dacia Marini e Marcello Fois a presentare “Ovunque, Proteggici” allo Strega?
La casa editrice Nottetempo fa del bene dal 2002. Spulciando nel loro sito mi ha colpito questo periodo: “La parola che unisce forma e contenuto è leggibilità. La pagina è piacevole, i caratteri abbastanza grandi da non costringere a una corsa affannosa agli occhiali, il volume leggero, i margini ampi. Il libro è un oggetto comodo, che si piega alle esigenze del lettore, si ricorda di lui quando è a letto (insonne, pigro o malato), in viaggio o in attesa…” il che, nella mia personale esperienza di pendolare è un toccasana. Quindi vi capitano in mano libri curati a 360 gradi. Belli dentro e belli fuori.