Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Mia moglie e io – Alessandro Garigliano

Paratesto:

Di solito nel paratesto parlo della copertina. Stavolta cambiamo. Parliamo di altro.
Alessandro Garigliano lo vedo la prima volta a Venezia, ad Aprile 2014. Non sapevo chi fosse. Presenziava ad un incontro che come argomento aveva gli scrittori esordienti. C’era anche qualcuno del Premio Calvino. Come spesso succede, dei nomi in cartellone, non conoscevo nessuno. L’incontro mi deluse.

Al Salone Internazionale del Libro di Torino 2014 trovo lo stand della casa editrice LiberAria. Mi ricordavo questo nome. Non ricordavo il perché. Poi ho riconosciuto la copertina del libro. Ho attivato un paio di connessioni e ho comprato il libro.

Giro per il salone, decido di fermarmi a guardare un incontro di presentazione per un’antologia della letteratura italiana degli anni 2000-2014. Davanti a me c’è un tipo che mi risulta familiare. Gli chiedo se è chi penso che sia.  Risponde di sì, vorrei dire che è addirittura sorpreso che qualcuno l’abbia conosciuto, ma serebbe presunzione da parte mia. Quando però tiro fuori il suo libro dallo zaino e gli chiedo di firmarmelo lo vedo sorridere e lo sento dire: maddai che bello!

Testo:

La lingua. La lingua usata per scrivere questo libro non ha nulla a che vedere con quella che usa la gente comune nei giornali (spesso seviziandola) o per strada (e anche qui ci sarebbe da aprire un portone). La lingua qui è il tutto. E’ il personaggio principale affianco a moglie e marito. E’ il vostro primo contatto con il libro e come carta moschicida vi attirerà a sé.
“Mia moglie e io” è un libro sofferto in cui ogni parola gronda sudore e sangue. Garigliano, all’incontro a Venezia ha detto alla platea: mi avevano detto che le case editrici avrebbero fatto a pugni per pubblicare il mio libro, alla fine i pugni li ho presi io.
Me l’ha ribadito di persona a Torino e ho sentito un po’ di sofferenza nelle sue parole. Direi che la sofferenza aleggia in questo libro, sia perché la sua gestazione non è stata semplice, sia perché la sua nascita editoriale ha subito molte brusche frenate prima di trovare la via.
Quindi, in nome di questa sofferenza, vi pregherei di leggere “Mia moglie e io” con impegno, trasporto e rispetto.

Da parte mia, la mia quota di rispetto la metto qui, mettendo nero su bianco la verità. La verità è che a Venezia non avrei mai comprato questo libro, dall’incontro con gli autori ne ero uscito con le ossa rotte e Garigliano non mi aveva impressionato, tranne per quella frase sui pugni presi che mi è rimasta impressa da qualche parte nella calotta cranica. A Torino ho sfogliato il libro, ho cercato di dimenticarmi di Venezia, ho letto le prime pagine ed ho capito che sono un cretino.

Coordinate:

Di Alessandro Garigliano mi limito a dire che a pelle mi ha dato l’impressione di essere uno che prende dannatamente sul serio il lavoro di scrittore. Il che, scusatemi se ve lo dico, al giorno d’oggi per me è un pregio.
Invece, per tutte le questioni prettamente biografiche vi rimando direttamente a lui che nel suo blog ha steso un curriculum esaustivo ed aggiornato.LIOTRO_BLOG_def

La casa editrice che ha avuto la fortuna di pubblicare questo libro si chiama LiberAria. Come ho già scritto altrove, anche nel loro caso, per trovare il loro stand dovevi dirigerti verso l’uscita, avere un crampo al polpaccio, slogarti un polso nel tentativo di massaggiarti il suddetto polpaccio e poi, da terra, accasciato al suolo, magari prima di spirare, ti accorgevi di loro. Ci rido su, ma mi da fastidio. Comunque credo che l’opera di pubblicare Garigliano sia da considerarsi coraggiosa per una casa di piccole dimensioni, non perché il libro non valga, anzi, perché il libro è complesso e se vuoi vendere il “complesso” non tira e se non vendi fai fatica a tirare avanti. Quindi o coraggiosi o incoscenti. Detto con estremo rispetto, s’intende.

La copertina di questo libro, come tutti quelli di LiberAria l’ha creata Vincenza Peschechera. Di solito della copertina parlo all’inizio, stavolta me la tengo per la fine. Mi piace particolarmente perché da la sensazione di essere un voyeur che osserva la vita dei due personaggi ritratti. Ed in effetti è proprio così, tu lettore, osservi il marito mentre descrive la moglie. E’ davvero azzecata questa scelta.

Post Scriptum:

Di qualche giorno fa una recensione di Giorgio Vasta il quale definiva “Mia moglie ed io” uno dei libri più interessanti degli ultimi mesi. Ora, non so cosa intendesse Giorgio Vasta per “Interessante, ma siccome il suo parere vale più del mio direi che ha perfettamente ragione.

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