A volte basta anche un solo scrittore, una sola scrittrice, per fare la fortuna di una casa editrice. È vero anche il contrario, naturalmente. Una buona casa editrice può fare la fortuna di un autore. Nel caso a cui mi riferisco ora potrei dire che la fortuna delle Edizioni Anfora è quella di aver riportato in Italia Magda Szabó, ma, a ben vedere, questa è una fortuna anche per noi.
Mi rendo conto di aver utilizzato il termine “fortuna” un po’ troppo spesso nel paragrafo precedente, ma la realtà è che, in effetti, leggere Magda Szabó è una fortuna. L’autrice ungherese scomparsa nel 2007 era, fino a poco tempo fa una perfetta sconosciuta per me. Ne avevo sentito parlare, ma non avevo mai approfondito la conoscenza; forse perché – me ne dovrei vergognare – mi ero fatto l’idea che la letteratura Ungherese fosse un po’ troppo pesante e difficile da leggere.
“La notte dell’uccisione del maiale” distrugge completamente questa mia sciocca opinione. La storia che racconta Magda Szabó è quella di una famiglia che, in un freddo giorno invernale, si prepara all’uccisione del maiale e al banchetto che ne seguirà. Ma il processo di avvicinamento coinvolge l’intera famiglia, tutti i personaggi, in un modo o nell’altro vengono coinvolti dalla narrazione e vengono portati ai nostri occhi con una lucidità degna di nota. Tutto è condito dall’importanza che riveste il preciso momento storico in cui questa uccisione del maiale avviene. Sono gli anni cinquanta, l’Ungheria, come tutta l’Europa, sta uscendo faticosamente dal secondo conflitto mondiale. Il popolo sta uscendo dalla Guerra, le strutture sociali sono cambiate, dove prima dormiva una sola famiglia, magari una sola persona, ora ci sono camere affittate e caos. “La notte dell’uccisione del maiale” diventa un romanzo corale che non si limita a parlare di un evento in sé, non si limita a raccontare una famiglia, ma va molto oltre, abbraccia un paese intero e lo fotografa nell’istante in cui le speranze si stanno riproponendo all’orizzonte.
Di per sé, basterebbe già la storia a far venir voglia di leggere questo libro, ma a convincerci del tutto ci pensa la lingua di Magda Szabó. Una lingua densissima ed evocativa, una lingua dotata di una qualità molto superiore alla media, con un occhio particolare al dettaglio, anzi, spesso è il singolo dettaglio a fornirci il quadro complessivo di ciò che stiamo leggendo.
Edizioni Anfora ha pubblicato anche altri lavori di Magda Szabó in quella che, penso di poter considerare, una riscoperta dell’autrice e, mi auguro, un ponte verso una narrativa spesso dimenticata. A dare man forte arriva la traduzione di Vera Gheno, un lavoro davvero di qualità.
Ottima traduzione di Francesca Ciccariello e magnifica postfazione dell’autrice.
Se anche voi, come me, non conoscevate Magda Szabó o la letteratura ungherese non vi è familiare, forse “La notte dell’uccisione del maiale” potrebbe fare al caso nostro. Altrimenti vi basta sfogliare il catalogo di questo interessantissimo editore. Buona lettura.