Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Lo strano Johan, tra record precoci e la maglia del Brescia

Lo strano Johan, tra record precoci e la maglia del Brescia

by senzaudio

A volte ritornano. Il calcio, come ogni altro sport, è bello anche perchè offre una seconda possibilità a chi si allontana per mancanza di stimoli o, più semplicemente, si ritira.

Citando tre-esempi di ritorni-tre (Schumacher nella Formula 1, Jordan nel basket, Armstrong nel ciclismo sebbene le accuse di doping lo abbiano affossato) arriviamo al calcio. Niente quarantenni, però. Bisogna scendere fino a quota 27. Un’età in cui ogni calciatore è, tutto sommato, all’apice della carriera considerando le doti fisiche.

Non dilunghiamoci troppo, lasciamo spazio al protagonista. Johan Vonlanthen. Chi? Dai, se siete tifosi del Brescia lo conoscete sicuro. Se non lo siete, e non siete nemmeno tifosi del PSV Eindhoven o della Svizzera, allora sappiate che la sua storia è assai intrigante.

Young Boys, PSV Eindhoven, Brescia, NAC Breda, Salisburgo, Zurigo e Itagüí Fútbol Club. Inframezzate dal record di più giovane marcatore nella storia degli Europei all’età di 18 anni e 137 giorni. Un predestinato, nonostante tutto.

La fede, però, è tutto per qualcuno, anche per Johan che entra nella Chiesa Avventista. Tutto risolto? No, anzi: il sabato, giorno dedicato alla preghiera, non si può giocare a pallone. Nessuna deroga, non si può. E allora Vonlanthen dice stop, basta, niente più calci al pallone. Finito a 26 anni, finito. Ritirato. Roba da non crederci. Ma una Chiesa più…rotonda, diciamo così, ha delle armi più potenti in serbo per lui.

L’arma si chiama Cesar Pastrana, presidente del Santa Fè (dimenticavo: Vonlanthen, per dare un tocco di internazionalità in più, è mezzo svizzero e mezzo colombiano). Pastrana lo invita ad allenarsi con la prima squadra, è il segnale giusto. Johan lo interpreta, religiosamente, come un segnale di Dio.

La porta si riapre, il pallone ricomincia a rimbalzare e le gambe ricominciano a correre. Vonlanthen ritorna al calcio giocato, e lo fa ripartendo dalla Svizzera. Certo, dargli ragione quando parla di andare al Mondiale 2014 in Brasile con i rossocrociati è difficile, ma mai dire mai. Perchè le porte, ogni tanto, si possono anche riaprire.

Commenti a questo post

Articoli simili

Leave a Comment