Poeti, santi, navigatori, eroi, artisti, scienziati, pensatori, trasmigratori. Non ci siamo mai fatti mancare davvero nulla noi italiani, un popolo che quando vuole sa eccellere praticamente in tutti i campi. A parte qualche rara, rarissima eccezione in cui il genio ha travalicato i limiti dell’intelligenza umana, ognuna delle categorie citate sopra ha le proprie peculiarità che la contraddistingue dall’altra. Ognuno di noi può mettersi al lavoro e scrivere qualche riga di poesia, sono i i risultati a fare la differenza. “M’illumino d’immenso”, sai cosa ci vuole a mettere giù queste parole, per non parlare poi dei tagli alle tele. Cosa ci vuole, lo potevo fare anch’io.
Ultimamente, è un fiorire di “cosa ci vuole? lo posso fare anch’io”. Già, cosa ci vuole a prendere in mano una telecamera, tenere tra le mani un microfono e fare delle domande, cosa ci vuole a creare un sito web, cosa ci vuole a scrivere un articolo? Niente, lo possiamo fare tutti. E’ un ragionamento comune a molti, un modo di pensare che toglie professionalità a chi compie questi lavori. No, non sono mestieri per tutti, bisogna saperli fare, è questa la differenza: come tutti possono mettersi davanti a un computer per creare un sito web, il professionista è in grado di garantirmi la qualità in poco tempo. Cosa ci vuole a imbiancare? Poco, ma se lo faccio io ci metto il triplo rispetto a un imbianchino, sporco e la parete non viene perfettamente.
Questo nostro malcostume schiaccia sempre più i giovani, coloro che sono abitualmente alle prese con il mondo del web. Nessun contratto, pochi soldi, eppure gli editori guadagnano anche grazie ai tuoi articoli, nessuna garanzia per il futuro. Fa curriculum, certo, ma peccato valga zero, perché tanto lo sanno fare tutti.