Ivano Porpora – Nudi come siamo stati

by Gianluigi Bodi
Ivano Porpora. Nudi come siamo stati, romanzo,

Ci sono un paio di recensioni che emotivamente mi stanno impegnando molto. Questa è una di quelle. Diciamo che da una parte la cosa è dovuta al libro e all’argomento di cui parla,  dall’altra il “problema” è chi l’ha scritto. Il fatto è che “Nudi come stiamo stati” lo ha scritto Ivano Porpora. E per quanto cerchi di essere distaccato per me Ivano non è uno scrittore come gli altri. Se non altro anche solo per il fatto che mi ha regalato un racconto per “Teorie e tecniche di INdipendenza” (bonus track: il titolo non gli è piaciuto per niente). Quindi, io vi dirò la mia sul libro, poi voi fatevi le vostre considerazioni. Non mi piacciono quelli che fanno le recensioni agli amici e fanno finta di niente. Questa è una recensione ad un amico. Esce ora, dopo un po’ di tempo, perché ero incerto se scriverla o no. Siccome il libro è arrivato alla sua seconda ristampa ho pensato di festeggiarla scrivendoci su un pezzo.

Io quando ho iniziato a leggere “Nudi come siamo stati” già l’avevo capito tutto il lavoro che c’era dietro a questo libro. Tutti gli anni che erano passati dalla prima parola alla pubblicazione. Ivano non ne ha mai fatto mistero. Su Facebook è un utente molto attivo, parla spesso di questo argomento. Però vi assicuro, anche non possedendo le informazioni di cui ero venuto a conoscenza, vi assicuro che lo si capiva, lo avreste capito anche voi, da soli.

La genesi di questo libro è stata travagliata, ma la cosa non mi deve riguardare. A me come lettore deve interessare il risultato definitivo, quello che l’autore ha deciso di dare alle stampe.

“Nudi come siamo stati” è un libro emotivamente denso. Ivano Porpora ha creato una pasta della stessa consistenza del dentifricio e che è fatta amalgamando i sensi. Una pasta che non riuscirete a togliervi dalle mani e di dosso, una pasta che vi rinfrescherà l’alito, ma proprio come il dentifricio vi farà lacrimare.

Il protagonista principale del libro, Severo, è un personaggio grandioso. Me lo sono immaginato come orso dallo sguardo perso. Al di là di questo, Severo percorre una strada, una crescita, un voler uscire da un guscio. Ah, lo so, ci sono recensioni lì fuori che hanno tirato in ballo questioni molto più complesse, ma a me che piace ravanare sull’aspetto emotivo interessano le difficoltà di Severo, difficoltà che ho percepito e fatto mie. Il rapporto con la malattia, il rapporto con il padre, il rapporto con la fidanzata, il rapporto con il maestro Arséne. Il rapporto che Severo ha con se stesso e con il mondo e la difficoltà che l’artista ha nel mettere al mondo la propria fragilità, la propria malinconia, la propria profondità di pensiero.

Ma “Nudi come siamo stati” è anche altro. Almeno per me. Quello che fa Porpora è un continuo scavare alla ricerca dei fondamenti principali di una poetica, la sua. E’ un discorso sull’arte. E’ un discorso sulla scrittura che io mi permetto umilmente di riassumere citando un passaggio del libro:

“Quando sei artista, quando ti chiami artista, non puoi non credere fino in fondo, scommettendo anche le mutande, che quell’arte ti salverà e cambierà il mondo. Sennò ti resterebbe anche il pudore; e invece il pudore è uno dei primi concetti che saltano, non è che non esista più, solo che lo sposti dandogli un nuovo significato”.

Mi viene da dire che forse questo potrebbe essere un precetto valido. Qualcosa da condividere con tutti quelli che si alzano la mattina e decidono di voler essere scrittori. Se non siete disposti ad abbandonare il pudore, non è mestiere per voi.

Ivano, che ti devo dire? Certe cose del libro le sai solo tu. Qui si può solo provare a parlarne, la difficoltà a volte sta nel fatto che libro e scrittore si mescolano e allora non sai più se stai parlando dell’uno o dell’altro.

Un’ultima cosa. “Nudi come siamo stati” che in qualche modo creerà con voi un rapporto a due vie. Vi segnerà e si lascerà segnare. Fin dalla prima apertura si apre un piccolo solco sulla copertina, una ruga che con il tempo si allarga. Un segno di vita vissuta. Oltre a questo, considerando che io non sottolineo mai i libri, trovarmi con una matita in mano mi ha stupito.

Ivano Porpora è nato nel 1976 a Viadana, in provincia di Mantova. Ha pubblicato il romanzo La conservazione metodica del dolore (Einaudi 2012), le poesie Parole d’amore che moriranno quando morirai (Miraggi 2016), la favola per bambini La vera storia del leone Gedeone (Corrimano 2016), le fiabe per adulti Fiabe così belle che non immaginerete mai (LiberAria 2017). Tiene corsi di scrittura in giro per l’Italia e pubblica una newsletter gratuita di scrittura.

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