Il silenzio dei complici

by senzaudio

BalotelliSarebbe bello che la questione razzismo negli stadi (italiani e non solo) uscisse dalle sterili discussioni da Bar sport e dai sottili e scivolosi distinguo tra buu e saltelli per diventare finalmente un dibattito a più voci. Sarebbe bello che non fosse delegata alle scelte personali di un giocatore, non facesse circolare messaggi sbagliati e, dunque, pericolosi e in definitiva portasse a qualcosa di concreto. Sarebbe bello, insomma, che non fosse come è adesso e che le parole con cui Balotelli ha annunciato alla Cnn l’intenzione di salutare tutti e lasciare il campo al prossimo coro razzista trovassero un riscontro.

Invece tutti le hanno riprese e trascritte così, senza un minimo di senso critico e senza nemmeno approfondire e spiegare se si tratta di un progetto che possa essere applicato o, al contrario, di un proclama lanciato al vento e poi lasciato morire lì in attesa della prossima Pro Patria.

Il regolamento è di una chiarezza indiscutibile. Al prossimo coro razzista Mario Balotelli non andrà da nessuna parte e, se dovesse decidere di farlo, i suoi compagni si sogneranno bene dal seguirlo a meno che non ci sia una situazione oggettivamente di pericolo dal punto di vista dell’ordine pubblico. Il Milan lo ha fatto a Busto Arsizio in una partita amichevole e in condizioni irripetibili stante le attuali regole. Sono certo che Galliani spiegherà a Balotelli e agli altri cosa possono e cosa non possono fare.

Questo non significa che buu, saltelli e amenità varie non facciano vomitare. Vuol dire solo che, dopo aver letto le parole di Balotelli rilasciate a chi delle regole del nostro sport non sa nulla, sarebbe stato molto più educativo spiegare che non si può fare così, prendere e andarsene, e al massimo sarebbe stato utile battersi perché da subito, invece, le cose possano cambiare. Sarebbe stato bello non aver sprecato gli ultimi quattro mesi ricordandosi del tema solo per qualche articolo celebrativo della visita di Boateng all’Onu o per fare la contabilità delle decisioni del Giudice Sportivo.

Sarebbe stato bello che fosse accaduto in un modo diverso. Non è stato così. A Siena si spera che nessuno si macchi dell’infamia e che Balotelli o altri non siano messi nelle condizioni di dover fari finta di non aver sentito per giustificare la mancata uscita dal campo annunciata a reti unificate. In fondo è già accaduto. Aveva o non aveva detto Boateng che avrebbe ripetuto il gesto di Busto Arsizio? Basta scorrere i referti delle partite del Milan dal 3 gennaio a oggi per capire che deve essere stato colto da sordità improvvisa. Più probabile che gli abbiano spiegato come funziona il mondo in cui vive.

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