Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Hamlin Garland – Racconti del Mississippi

Hamlin Garland – Racconti del Mississippi

by Gianluigi Bodi

Far entrare da queste parti una nuova casa editrice fa sempre un gran piacere, soprattutto quando la porta d’ingresso nel catalogo dell’editore è un libro come “Racconti del Mississippi” di Hamlin Garland. L’editore è D Edizioni e il libro di Garland è una raccolta di racconti, che per quelli come me che amano un certo tipo di letteratura americana potrebbe diventare un autore imprescindibile.

Non conoscevo Hamlin Garland, ma la cosa non mi preoccupa molto perché, scambiando quattro chiacchiere con gli editori a Torino, si è capito che erano in pochi a conoscerlo prima che sbarcasse in Italia. Contemporaneo di Mark Twain non ha avuto la stessa fortuna letteraria, se non in patria, almeno qui da noi. Lo sdoganerei chiamandolo “classico minore” sperando di non fare un torno a nessuno, anche se devo dire che la penna di Garland è davvero notevole.

I racconti inclusi in questa raccolta sono sei, tutti piuttosto lunghi e tutti molto coinvolgenti. “Il ritorno del soldato“, ad esempio, racconta la storia di un uomo che per puro zelo ha deciso di mollare la fattoria e la famiglia per andare a combattere contro il Sud. La chiusa di questo racconto è meravigliosa. L’uomo ha combattuto, per tre anni, per difendere il suo paese, ma la guerra più dura arriverà dopo e durerà tutta una vita. Questo è solo un esempio della delicatezza di Hamlin Garland.

Ma quali sono i temi portanti di questa raccolta, cosa li unisce? Ebbene, Garland racconta la fatica del contadino, la continua lotta contro la terra, amica e nemica, alleata e ingannatrice. Racconta l’importanza dei rapporti umani, parla di una comunità costituita da persone che vivono a chilometri di distanza, che accolgono in casa il forestiero in difficoltà, parla di un paese alle prese con la sua nascita e della durezza della vita. Ne parla con dolcezza e malinconia, elmenti che a noi fanno scaturire, da qualche parte nel cuore, una dolce nostalgia che ci rattrista, una nostalgia per tempi che non abbiamo mai vissuto, o abbiamo vissuto di scriscio. Parla, soprattutto, di persone, persone che si avvicinano per convenenienza e che sperano di restare assieme per tutta la vita. Ne “Tra i filari di granturco” un uomo torna nei luoghi in cui è cresciuto per trovare una moglie, perché, ha bisogno di una moglie per essere completo, per fare della sua casa una casa. Ai giorni nostri questo è un concetto inconcepibile, ma nel racconto, due disperazioni e due solitudini si incontrano.

D Editore ha pubblicato anche una seconda raccolta “Racconti dal Dakota” che farò prontamente mia e altri titoli sono in lavorazione.
Non c’è modo migliore per conoscere un nuovo editore.

A cura di Valerio Valentini e con la traduzione di Sara Inga.

Hamlin Garland

Considerato da alcuni il Dante Alighieri dell’America profonda, Hamlin Garland è noto per aver dato voce al duro lavoro nelle fattorie del Midwest americano.
Nato nel Wisconsin, Garland trascorse gran parte della sua giovinezza nelle fattorie del Midwest, per trasferirsi poi a Boston nel 1884 dove inziò la sua carriera di scrittore. Il suo primo successo lo conseguì nel 1891 con la pubblicazione di Six Mississippi Valley Stories (qui tradotto con il titolo Racconti dal Mississippi), la prima raccolta di racconti ispirati al tempo in cui visse in campagna, che inaugurerà la sua fortunata serie “Main-Travelled Roads”.

Nel 1922, nel pieno del suo successo, vince il Premio Pulitzer con il romanzo A Daughter of the Middle Border.

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